«Gli eventi a terra in gestione ma la Barcolana non si vende»
Separati? Beh sì. In casa, però: «La Barcolana come patrimonio del circolo non è in discussione, la scissione sarebbe puramente contabile, e la gestione dell’evento a terra, commerciale, verrebbe affidata al caso a una società di servizi collegata alla Svbg, non venduta». Alla vigilia dell’assemblea straordinaria dei soci della Società velica di Barcola e Grignano (che il direttivo presieduto da Vincenzo Spina ha chiamato per stamani con all’ordine del giorno la richiesta ai tesserati di mettere una mano sul cuore e l’altra nel portafogli) proprio Spina tratteggia un po’ più di contorni a proposito dell’idea che dice d’avere in mente, ancorché ammetta che «io stesso non ho ancora una visione precisa, si tratta di una proposta da sviluppare, dopodiché se i soci diranno di no sarà no».
Tra il circolo e la sua creatura insomma (a patto che il presidente riesca ad avere dalla sua la maggioranza) più che di vera secessione tira aria di federalismo, per effetto del quale il discendente ricco non sarebbe più chiamato a coprire i buchi di bilancio del genitore povero, perché - sostiene Spina - «reinvestire certi utili della Barcolana nella Barcolana ormai è un dovere, lo status attuale la Barcolana l’ha bloccata». «Quella di domani (oggi, ndr) è un’assemblea informativa (il voto è in realtà in agenda a febbraio, ndr) nella quale ribadirò che le entrate istituzionali della società non sono in linea con le spese e i servizi istituzionali della stessa», rilancia la sfida il presidente, che cavalca per l’appunto la teoria che i soci debbano dare di più, dalle quote annuali all’eventuale contributo straordinario.
Sono ore, però, in cui risuona in Svbg il testamento morale di Fulvio Molinari poco prima di navigare oltre l’orizzonte: «Mi auguro che in futuro non prevalga mai l’idea di chi pensa di poter vendere la Barcolana a dei privati, per ricavare vantaggi economici per la società. La Barcolana è patrimonio di questa società, e ormai di tutta la città». «Non succederà», mette le mani avanti Spina: «La Barcolana a mare (e quindi i proventi delle iscrizioni, ndr) è una regata e come tale continuerà a essere gestita dallla Svbg. Quella a terra non è un marchio in vendita ma potrebbe essere slegata, pur restando di proprietà della Svbg, dalla contabilità sociale».
Per stamattina, però, si prevede mare mosso. Molto mosso. E non a mare, bensì a terra. L’ex vice di Spina Marina Parladori ha già preparato una mozione che chiede nella sostanza - come spiega lei stessa - di «discutere dell’opportunità di un contributo unico solo in presenza di un bilancio che sia tale, contabile, col corredo patrimoniale e con la relazione dei revisiori dei conti, e non come pensa di fare il presidente, che ha inviato ai soci una lettera disorientante, davanti a un documento extracontabile previsionale (che annuncia per fine anno 170mila euro di rosso per la Svbg, ndr). Quanto alla scissione, andrei con i piedi di piombo: l’articolo 2, comma 3, dello Statuto parla chiaro, e dice che la Svbg organizza e gestisce in proprio la regata ed il complesso delle manifestazioni ad essa collegate e che tutti i flussi economico-finanziari devono passare attraverso i bilanci della società».
@PierRaub
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo