Gli arredi della pasticceria Pirona di Trieste venduti dai titolari

TRIESTE «Che la nostra pasticceria fosse in vendita la città lo sapeva da tempo, eppure nessuno si è fatto avanti per rilevare Pirona così come stava. Abbiamo deciso quindi di vendere gli arredi e affittare il foro commerciale vuoto ad una società che lo userà ora per avviare un’attività diversa». Cristina De Marchi, proprietaria assieme al fratello Sergio del Caffè Pasticceria Pirona, mette per la prima volta nero su bianco i passaggi dell’operazione che ha portato allo “smembramento” dello storico locale di largo Barriera Vecchia e alla cessione in grand silenzio dei mobili originali, venduti per poco meno di 40mila euro alla Fondazione CRTrieste.
Quella cessione, si apprende ora con chiarezza, non è stata decisa dal nuovo conduttore dell’immobile - che resta in mano ai De Marchi, ancora proprietari dei “muri” -, bensì appunto dagli storici proprietari. «Avevo trovato un acquirente in America - conferma De Marchi -. Poi grazie all'interessamento dell'assessore Francesco Peroni è stata trovata la soluzione delle Fondazione, evitando così che gli arredi finissero oltre Oceano». Restano di proprietà dei De Marchi i macchinari degli inizi del Novecento. «Sono ancora perfettamente funzionanti, - commenta -. Di identici ne ho visti alcuni al Museo del cioccolato di Barcellona. Per trent'anni - spiega De Marchi - ci siano arrangiati, abbiamo speso soldoni per mantenere con passione quel locale e sostenere il sodalizio “Locali storici d'Italia” che, grazie alle nostre quote di iscrizione valorizza le realtà aderenti ma non supporta in alcun modo la conservazione e di attrezzature o mobilio».
Gli arredi originali ad oggi dovrebbero essere ancora al loro posto visto che nessuno dei commercianti della zona ha finora assistito allo sgombero del locale. Le saracinesche di largo Barriera 12, antico ritrovo di artisti e intellettuali, dal 31 marzo scorso, quando la pasticceria ha cessato la sua attività, sono rimaste sbarrate. Il cartello di ringraziamento ai vecchi clienti è ancora appeso alle vetrine, ma delle nuova attività nessuna traccia. Così come resta avvolto dal mistero il tipo di attività che si insedierà all’interno e il nome del nuovo inquilino. Su questo De Marchi mantiene il più totale riserbo. «Abbiano affittato ad una società - taglia corto -. Cosa ne farà di quegli spazi, se un negozio di scarpe o libri o magari una drogheria, non lo sappiamo proprio». Per mesi si erano rincorse voci della trattativa con un imprenditore del Nordest, poi di quelle con una famiglia triestina. Ora invece la pista più battuta pare essere quella della società veneta. Ma i De Marchi non confermano neppure questa indiscrezione.
Peraltro si è chiarito anche , prima che i proprietari formalizzassero la compravendita degli arredi con la Fondazione, una rete di salvataggio era stata lanciata anche da Alexandros Delithanassis, gestore dell'Antico Caffe San Marco. «Mi ero fatto avanti per acquistare quei mobili e ricreare “Pirona” in via Donizetti, negli spazi dell’ex libreria - spiega -, e dare così vita ad una sorta di via dei caffè storici. L’operazione però non è andata in porto».
Va detto infine che la pasticceria amata da Joyce aveva ancora un bel giro di avventori. «Oltre i clienti affezionati - conferma l’ormai ex titolare - i turisti, grazie alle guide e agli itinerari a tema, facevano anche chilometri per venire a trovarci e a visitare la pasticceria». Forse quindi un campanello d'allarme lanciato prima di vendere i mobili, avrebbe smosso acceso i riflettori su quell’importante patrimonio e stimolato qualcuno ad intervenire. «Quella di non proseguire l'attività è stata una scelta in famiglia, indipendente dalla perdita di nostro padre, - sottolinea De Marchi -. Eravamo stanchi e abbiamo preso strade diverse. Sarebbe stato bello trovare qualcuno disposto a portare avanti la storia della pasticceria Pirona ma, purtroppo, quel qualcuno non è arrivato».
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