Gli architetti triestini bloccati nel ristorante a Vienna: «Spari, poi la gente che correva»

Peter Lorenz e Giulia Decorti si trovavano a cena poco lontano dal luogo degli attentati
La coppia di architetti che vive e lavora a Vienna
La coppia di architetti che vive e lavora a Vienna

TRIESTE. Chiusi in un ristorante, barricati dentro fino alla fine dell’emergenza. Così Peter Lorenz e Giulia Decorti, lui austriaco, lei triestina, entrambi architetti, hanno vissuto lunedì sera quegli attimi di terrore. Si trovavano a cena in un locale a Vienna, quando è iniziato tutto.

«Eravamo a pochi metri di distanza, vicino al nostro ufficio – racconta lei – ho parcheggiato la mia bici proprio in uno dei luoghi colpiti, circa 10 minuti prima. Durante la cena abbiamo sentito gli spari: non capivamo bene cosa stesse succedendo, poi abbiamo visto le persone correre, alcune si sono rifugiate dentro. Pochi minuti dopo abbiamo appreso dai social ciò che stava accadendo. Sono state chiuse le porte, siamo andati sul retro e fuori abbiamo notato la polizia armata. Cercavamo di comunicare con l’esterno, per capire qualcosa di più.

A un certo punto ci hanno detto che forse avremmo dovuto dormire dentro, invece attorno all’una siamo rincasati, in mezzo a un silenzio di tomba, con il solo rumore degli elicotteri, in un quartiere pieno di agenti, un’atmosfera molto strana». È a quel punto che sono arrivate ulteriori notizie. «Perchè prima c’era la richiesta di non pubblicare niente sui social, per questioni di sicurezza e per non far circolare informazioni sbagliate».

Entrambi si sono resi conto della situazione con più lucidità all’indomani dell’attentato. «In quel momento il pericolo forse non si percepiva chiaramente – dice Lorenz – poi è subentrata in modo più chiaro l’angoscia. Fa pensare che ad agire sia stato un ragazzo, portato in carcere due anni fa perché aveva già manifestato un atteggiamento preoccupante. Spaventa anche la facilità di detenere le armi, che sempre più spesso vengono acquistate in Austria. Si rischia di arrivare a un sistema come quello americano, e tra tanti che scelgono di prenderle per difesa, inevitabilmente ci può essere qualche squilibrato».

Una Vienna scossa, ricorda ancora la coppia, in una serata speciale per la città. «Di lunedì di solito c’è molta calma, è una serata tranquilla, tanti locali sono chiusi – aggiunge Decorti – ma c’era la voglia di uscire, era l’ultimo giorno prima della chiusura a causa delle restrizioni anti Covid-19. La gente quindi era fuori, in un clima particolare, caratterizzato anche da un caldo eccezionale per Vienna, un piccolo momento di serenità spezzato improvvisamente». 



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