Gli aperitivi ripartono: a Trieste scatta il vertice anti-assembramenti
Ripresa lenta nei locali all’ora di pranzo e a cena ma il rito del drink nei bar invece va veloce. Oggi riunione tra Prefettura, Questura e Comune per controlli mirati
Gli aperitivi ripartono nella fase 2 (Silvano)
TRIESTE Ripartenza a rilento per i ristoranti a Trieste. Pochi clienti nei primi due giorni di riapertura e qualcuno si affida ancora al servizio di consegna a domicilio. Pranzi senza grandi riscontri soprattutto per la chiusura di tanti uffici, ma anche a cena pochi i tavoli occupati. Va meglio per i bar, in particolare nell’orario dell’aperitivo, spesso affollati all’esterno. Niente sanzioni comunque, ma proprio alla luce del rischio di assembramenti per i drink, oggi è in programma una riunione tra Prefettura, Comune e forze dell’ordine, per avviare una serie di controlli mirati nei prossimi giorni.
Intanto nel cuore della città mancano anche i turisti, che per alcuni locali rappresentano il 70% degli incassi con l’arrivo della bella stagione. Secondo i ristoratori poi c’è una generale capacità di spesa ridotta e talvolta anche un timore diffuso, dovuto alle restrizioni presenti e alle misure di sicurezza in vigore. «Tutti sono molto attenti, chi è venuto a mangiare finora si è preoccupato di chiedere informazioni prima di fare qualsiasi cosa – raccontano da Genuino, in via delle Beccherie – e anche gli ingressi sono stati sempre molto disciplinati. Uno alla volta».
«Una ripartenza tranquilla, con poche persone, e così abbiamo deciso per questa settimana di ridurre l’orario, con chiusura alle 15 – spiegano da Siora Rosa in piazza Hortis –: il problema principale è che molti sono ancora in smart working, lavorano da casa, quindi c’è poco movimento. E poi naturalmente non ci sono i turisti, che mancano a noi come un po’ a tutti». «Qui rappresentano il 70% delle entrate – sottolineano da L’Etrusco in via Capitelli – ed è così per altri locali in Cavana. Lunedì abbiamo avuto a cena un solo coperto. Sicuramente c’è un po’ di paura alla luce della situazione cambiata, una sensazione che si percepisce dal contatto con la gente. E poi c’è una problematica di tipo economico, le tasche sono vuote. Per tutti».
Discorso simile anche da Copacabana, in via del Teatro Romano. «Pochi clienti, lavoriamo ancora come prima con il servizio a domicilio – dicono – ma le persone che venivano sempre in questo periodo, impiegati, scolaresche, turisti e persone del posto, non ci sono. Lunedì in tutta la giornata abbiamo contato otto tavoli. Qualcuno evidentemente ancora non esce, ma c’è anche una carenza diffusa di soldi, una ristrettezza che porta le persone a non andare al ristorante a pranzo o a cena».
Sensazioni confermate anche dai rappresentanti della categoria. «C’è stato il 70% di lavoro in meno rispetto ad una normale giornata pre Covid-19 – spiega Bruno Vesnaver, presidente Fipe Fvg – un po’ di movimento al mattino, poi il vuoto all’ora di pranzo, dettato dall’assenza in città di migliaia di lavoratori impegnati nei colossi assicurativi, nelle istituzioni, nelle banche che lavorano ancora in modalità smart working. La sera c’è movimento di giovani per bere qualcosa, le cene sono state pochissime». «Partenza tiepida – commenta Federica Suban, presidente Fipe Trieste – che comunque ci serve per le linee guida. Ad aver lavorato sono alcuni locali dalle 18 in poi, con gli aperitivi, e che in alcuni casi non hanno rispettato alcuna regola. Un vero primo bilancio – precisa – potremmo comunque tracciarlo dopo il fine settimana. Temo che ad incidere su un netto calo dei consumi ci sia anche la mancata erogazione della cassa integrazione a tanti lavoratori».
Si accennava agli aperitivi. «Qualche segnalazione per persone all’esterno dei bar in zona via Settefontane, via Carducci e nel Borgo Teresiano, ma le distanze sono state rispettate, non ci sono stati i presupposti per una sanzione – riferisce il comandante della Polizia locale Walter Milocchi – e in via Torino e nelle altre strade con locali, lunedì è stata una giornata tranquilla. Ma sicuramente va fatta un’opera di prevenzione, perché in altre città il via libera sta causando problemi». E proprio per evitare rischi da nuovi contagi oggi in mattinata si svolgerà una riunione. «La prima impressione è l’immagine di tanta gente che riprende a vivere normalmente, anche con qualche affollamento, per questo è previsto un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica – annuncia il prefetto Valerio Valenti – con il Comune, la Questura, la Polizia locale e i Carabinieri, perché c’è bisogno di un presidio più attento, in particolare su alcune zone. Quelle più frequentate. Quali saranno le modalità di intervento lo decideremo insieme, analizzando la situazione. Ma è chiaro – sottolinea – che questa apertura non deve determinare conseguenze negative dal punto di vista del potenziale propagarsi del virus». —
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