Gli animali “pattinano” sulla Cona
STARANZANO. La Bora e il vento freddo proveniente dalla Russia, nonostante la pausa di ieri, non hanno risparmiato l’Isola della Cona stretta ancora nella morsa del gelo. L’ondata polare ha creato disagi agli animali costringendo cigni, anatre e oche selvatiche a spostarsi sulla terraferma per rifocillarsi. Le zone più colpite dalle basse temperature nella riserva naturale (ieri mattina il termometro segnava –4), si trovano specialmente in corrispondenza dei canali, in prossimità della diga che divide l’Isonzo dal canale della Quarantia e nella zona del ripristino visibile dal primo piano del museo oltre che dal grande finestrone del bar che funge da megaschermo. Si sono visti cavalli in difficoltà e uccelli che “slittano” sulla superficie ghiacciata, che si è formata già da diversi giorni, provocando lunghi scivoloni ai volatili che riescono a evitare il peggio solo alzandosi in volo. Nei campi antistanti la Cona, ieri si erano spostate centinaia anatre in cerca di cibo nei terreni appena arati, mentre sul greto dell’Isonzo in secca, approfittando di qualche sprazzo di sole nella mattinata, si sono radunate un centinaio di oche lombardelle sul letto di ghiaie e sassi del fiume. Per il direttore della stazione della Cona, Fabio Perco, è una situazione che rientra nella normalità in questo ambiente protetto. «Spesso – afferma il direttore della Sbic – i volatili che si trovano alla foce del fiume e in mare, sono più tranquilli perché l’acqua salata non gela anche con le basse temperature. Poi gli uccelli, avendo le ali si spostano senza problemi nei luoghi più adatti proprio per poter fronteggiare certe situazioni. È chiaro che ci possono essere delle perdite, ma trattandosi di grandi di presenze, queste perdite sono insignificanti. Quello che è sicuro invece – aggiunge – è che questo colpo di freddo potrebbe aver influenzato la migrazione al contrario primaverile che già ha avuto inizio al ritorno di diversi animali pre-riproduttiva». Questo è il periodo dove nella riserva si registra il massimo degli uccelli acquatici svernanti che si trovano all’Isola della Cona. Nel recente censimento invernale in base al progetto IWC (International Waterbird Census di Wetlands International) c’è stato un record clamoroso: sono stati contati, infatti, ben 25 mila uccelli appartenenti a diverse specie, un terzo in più alla stessa data del 2017 quando ne erano stati rilevati 17 mila. Perco, ha comunicato ieri un altro record, una buona notizia per gli appassionati di birdwatching, anche perché la Riserva della Foce Isonzo è stata premiata nel 2007 dall’European Birdwatching Network come miglior riserva italiana per il birdwatching. Si è allungata, infatti, a 328 la lista delle specie presenti nella Riserva. «Da qualche giorno – conferma – i nostri ornitologi ne hanno avvistato due nuove. Si tratta del picchio rosso mezzano, una specie continentale che si trova in genere nelle foreste ripariali e nell’Europa Centro Orientale osservato nella zona di Isola Morosini, l’altro è lo zigolo capinero, una specie interessante segnalata addirittura nell’800 che vive in particolare nelle aree mediterranee e in Istria, segnalata anche diversi anni fa nella zona del Lisert».
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