Gli Amici del volo sfrattati da Prosecco
TRIESTE. Tempi grami per gli appassionati triestini dell’aeronautica. Con una comunicazione ufficiale la Protezione civile regionale ha invitato del Gruppo Amici del Volo a consegnare nelle sue mani tutte le strutture e l’aerocampo di Prosecco entro la data del 10 aprile. Per il gruppo triestino che da tempo gestisce l’antico campo di volo di Prosecco si tratta di uno sfratto in piena regola, che lascia molti punti interrogativi per il futuro delle proprie attività. La comunicazione della Protezione civile è chiara: «Per necessità operativa abbiamo l’esigenza di rientrare nel pieno possesso delle aree e delle infrastrutture di Prosecco. La riconsegna dei beni dovrà avvenire entro e non oltre il giorno 10 aprile 2015, previo accordi con l’ufficio in indirizzo». La firma è del direttore tecnico-scientifico della Protezione civile Guglielmo Galasso, che spiega le ragioni del provvedimento. «La Regione - dichiara - si trova nelle condizioni di dovere chiudere diverse sedi sul territorio, basti pensare a quelle del Servizio forestale. Pertanto la revoca dell’affittanza agli Amici del Volo permetterà di allocare nelle sedi dell’aerocampo di Prosecco, e in particolare nell’hangar, i mezzi della Protezione civile utili alla lotta contro gli incendi boschivi».
«Va precisato che l’affittanza si reggeva sulla convenzione siglata dal gruppo e la Regione nel 2006. Scaduta nel 2011 – continua Galasso – si è andati avanti tacitamente sino a questi giorni ma il cambiamento era già stato stabilito sin dai tempi precedenti il mio insediamento».
«Prendiamo atto e speriamo vi siano margini di dialogo per potere scongiurare lo sfratto» commenta l’ex presidente del Gruppo Amici del Volo Ugo Variola, a cui subentra da poche ore Vincenzo Spina, già ai vertici della Società velica Barcola e Grignano. Il sodalizio triestino è stato fondato nei primi Anni ’90 da un gruppo di appassionati di volo, pronti a identificare nell’ex aerocampo militare di Prosecco la “palestra” appropriata per le proprie attività. La struttura è stata attivata durante la Grande Guerra; nell’ottobre del 1916 la 28ma Compagnia del capitano Victor Shunzel vi dislocò dei biplani per la ricognizione e l’aggiustamento del tiro di artiglieria sino al gennaio del 1918. Sarà ripristinata come pista di volo dal Comando militare alleato dopo la Seconda guerra mondiale.
Nel 1957 l’Esercito italiano prenderà possesso dell’area, costruendo palazzine, casermette e un altro hangar più capace. Nel 1995 cessano le attività militari e il comprensorio diventa di proprietà della Regione. «In tempi diversi e dagli Anni ’50 – si legge nel sito degli Amici del Volo – i triestini hanno cercato di ottenere l’uso del sito per le attività di volo sportive. Nel 1990 nasce il Gruppo degli Amici del Volo, che riesce a ottenere l’uso del campo limitato allo svolgimento di alcune manifestazioni e poi all’attività di volo con gli apparecchi ultraleggeri. «Attualmente siamo circa in una ventina – riprende Variola – e nell’hangar ospitiamo dai 5 agli 8 velivoli. Oltre alle attività sportive, operiamo di concerto con la Protezione civile per la prevenzione degli incendi sul Carso triestino e isontino». Lo sfratto messo in atto dalla Protezione civile lascia poche chance ai soci del Gruppo. Aerei e materiali dove troveranno collocazione? «La Protezione civile necessita in particolare dell’hangar – ribadisce da Palmanova Guglielmo Galasso – mentre la pista e le sue adiacenze potrebbero essere ancora utilizzate dall’attuale gestore con modalità da definire». Uno spiraglio che forse potrà consentire agli Amici del Volo triestini di reinventarsi, anche se sull’argomento, il fondatore e memoria storica del Gruppo Maurizio Di Mauro, è lapidario: «Se non possiamo più usare l’hangar, dove metteremo gli aerei?».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo