Gli alberi abbattuti “rivivono” a Ronchi con il mago del legno

Incarico di 500 euro affidato dal Comune all’artigiano Tramontini Il moncone di cipresso in via Roma trasformato in un’opera d’arte
Di Luca Perrino
Bonaventura Monfalcone-08.11.2016 Davide Tramontini-Scultore-Sistiana-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-08.11.2016 Davide Tramontini-Scultore-Sistiana-foto di Katia Bonaventura

RONCHI DEI LEGIONARI. Trasformare il moncone residuo dopo l'abbattimento di un albero in una scultura. Davvero si può. Ed è ciò che verrà fatto a Ronchi dei Legionari dove, almeno dal punto di vista simbolico, potrà avere una nuova vita il cipresso che, nei mesi scorsi, è stato abbattuto in via Roma. L'amministrazione comunale, con una spesa che si aggira sui 500 euro, ha affidato questo lavoro ad un vero e proprio esperto nel settore, Davide Tramontini, titolare dell'impresa artigiana “L'albero” che ha la sua sede a Monfalcone.

«Non è facile lavorare attorno a questo moncone – ci racconta – visto che il cipresso, che avrà avuto una sessantina d'anni, aveva il fusto che si ergeva quasi ad abbracciare un muretto, su un marciapiede che è vicinissimo alla strada. La mia idea è quella di trasformarlo in un tappeto di foglie dal quale emergerà un fiore che andrà proprio a svilupparsi accanto al muretto». Non appena avuto il via libera dall'ufficio tecnico comunale, che ha accolto di buon grado la sua proposta, inizierà a lavorare. Ed in un paio di giorni il gioco sarà fatto. «Sinceramente preferisco prendermi cura degli alberi vivi – prosegue – ma credo che questo possa essere comunque un omaggio alla natura, senza arrivare ad un abbattimento al quale, magari, segue l'asfaltatura del luogo dove si sviluppava la pianta».

Tramontini, originario di Turriaco e residente a Duino Aurisina, dopo un'esperienza all'estero è tornato in Italia ed ha lavorato al parco di Miramare. Qui ha iniziato ad amare le piante ed a coccolarle, affinando la sua preparazione nella potatura che, va detto, egli pratica anche usando la tecnica del “tree climbing”. In questo caso l’utilizzo di funi gli consente di raggiungere la chioma dell’albero in ogni sua parte, per intervenire nel modo più appropriato, senza dover fare inutili tagli o causare evidenti ferite alla pianta. Cosa che non sempre è possibile con l’uso di scale meccaniche. Inoltre, proprio grazie al “tree climbing”, la potatura ha un bassissimo impatto ambientale, sia acustico, sia sullo smog, visto e considerato che, per lo più, viete utilizzato il segaccio a mano. «E poi, come disse un grandissimo maestro fondatore dell’arboricoltura moderna, Alex Shigo, che ho avuto l’onore di conoscere – continua - bisogna toccare gli alberi, così giorno dopo giorno, albero dopo albero, essendo così pronti ad offrire le nostre esperienze nel settore». Poi l'incontro con un maestro tarcentino che gli ha trasmesso la passione per le sculture lignee. Una sorta di colpo di fulmine per l'artigiano bisiaco. «E' l'occasione – sono ancora le parole di Davide Tramontini – per ricavare un simbolo, anche se questo non è più verde e non può vivere. Ma ugualmente rimane il ricordo, rimane una testimonianza che si può apprezzare e condividere. Qualcosa che cercherò di fare anche con questo nuovo intervento in via Roma che, spero, potrà essere gradito dalla gente». Un lavoro, inedito, che potrebbe essere replicato in città, qualora dovesse sorgere lo stesso “problema” che, in questo caso, è stato dettato da questioni di sicurezza e di incolumità pubblica. Che non tutti, però, hanno gradito, viste le proteste che l'abbattimento ha scatenato. Ma la pianta aveva causato danni sia ai tetti delle abitazioni vicine, sia al marciapiede che era diventato difficilmente percorribile. «Personalmente sono sempre contro alla soluzione che segna la fine della vita dell’albero. Però, a volte, la pianta può diventare un rischio per le persone o le cose. Motivi che portano frequentemente all’abbattimento, se si esclude il deperimento naturale. Sono intervenuto molte volte perché l’albero era stato colpito da funghi radicali, malattie devastanti o perché le radici sono state tranciate a causa di rotture di tubature o recinzioni o perché gran parte della chioma si trovava sopra il tetto di un immobile. Errori che si sarebbero potuti evitare, però con una giusta piantumazione o con una manutenzione periodica iniziata molto prima».

@luca_perrino

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