Giustizia, a Trieste il sindacato delle toghe si divide

Il giudice Cerroni: avevamo concordato di rimanere
TRIESTE.
Dieci magistrati in toga nera e con una copia della Carta costituzionale in mano, si sono alzati in piedi e sono usciti dall’aula della Corte d’assise di Trieste quando ha iniziato a parlare Francesco Mele, il rappresentante del Ministero della Giustizia invitato da Roma all'inaugurazione dell’anno giudiziario. Erano le 9.55 e tutti gli obiettivi delle telecamere e delle macchine fotografiche hanno inquadrato l’uscita polemica delle dieci toghe nere. «Vanno sull’Aventino» ha commentato uno degli invitati.


Un paio di minuti più tardi uno dei dieci magistrati usciti nel cortile, è rientrato al coperto. Gli altri hanno atteso la fine dell’intervento del collega che rappresentava il Governo della Repubblica e hanno ripreso i rispettivi posti nell’aula. Questa manifestazione ora rischia di innescare una serie di polemiche all’interno della Sezione regionale dell’Anm, l’Associazione nazionale magistrati. Secondo il giudice Claudio Cerroni, magistrato della Corte d’appello di Trieste ma anche componente del Comitato direttivo nazionale dell’Anm a Roma, «l’uscita dall’aula non era stata concordata. Anzi avevamo deciso venerdì di protestare indossando la toga, esibendo la Carta costituzionale e restando in aula. Ci eravamo accordati parlando al telefono e mandandoci messaggini sms. Ora penso che nel direttivo regionale ma anche in giunta nazionale le varie componenti avranno qualcosa da discutere».


«Chi era in aula ha deciso di uscire e lo ha fatto indossando la toga e con una copia della Costituzione in mano. Non credo sia questo un problema fondamentale...» ha ribattuto in serata Luigi Dainotti che ieri durante la cerimonia di inaugurazione non indossava la toga. Certo è che a Roma la componente di cui fa parte il giudice Claudio Cerroni è all’opposizione dell’attuale vertice dell’Anm, mentre nel distretto della Corte d’appello di Trieste, la gestione dell’Associazione è unitaria e vi partecipano Magistratura democratica, Unicost, Magistratura indipendente e Movimento per la Giustizia.


«Ieri nell’aula della Corte d’assise di Trieste, durante la cerimonia di inaugurazione, erano presenti due nostri iscritti che volevano manifestare il loro dissenso al ministero indossando la toga nera ed esibendo la Costituzione. Giuliano Berardi e Maria Rosa Persico sono rimasti seduti, non hanno seguito gli altri colleghi mentre parlava Francesco Mele. Questo dettaglio va precisato per fare chiarezza e per amore di verità» spiega ancora Claudio Cerroni.


Il giudice Rodolfo Piccin, presidente della Sezione regionale dell’Anm, ha preso la parola in aula poco dopo le 10.30 e ha ribadito la necessità urgente di una riforma. Ha proposto l’accorpamento tra i Tribunali più piccoli, la depenalizzazione dei reati minori e la caduta dei tanti formalismi. Ma si è opposto a una limitazione della intercettazioni telefoniche. Poi ha detto «basta con le aggressioni ai magistrati; basta con le campagane mediatiche basate su informazioni false e su menzogne». Tutti in aula hanno applaudito, sia chi era uscito per protesta, sia chi, nell’ambito della stessa protesta, era rimasto seduto.

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