Giunta Dipiazza, il rebus della cultura

Nove caselle su dieci sono ormai definite e così si scatena il totodeleghe Caccia al profilo più adatto per un assessorato che ha vissuto anni travagliati
Roberto Dipiazza festeggia la sua alezione
Roberto Dipiazza festeggia la sua alezione

TRIESTE. Quando sento parlare di cultura, diceva un famigerato politico tedesco del secolo scorso, metto mano alla pistola. Può essere che una reazione analoga scatti anche ai vertici del Comune in questi giorni, nel momento in cui i nomi che comporranno la giunta sono ormai (quasi) tutti identificati e bisogna iniziare a porsi il problema delle deleghe. E quello che era il candidato più papabile a prendere le redini della cultura a Trieste, Piero Camber, sembra destinato a restare seduto sugli scranni del Consiglio.

La cultura Non è un assessorato facile. Un po’ per la storia di Trieste, con la sua tradizione letteraria, eccetera eccetera. Un po’ perché esce da un periodo convulso, con quattro assessori alternatisi durante i cinque anni cosoliniani, e grane come l’appalto sui musei da gestire. Camber rispondeva all’identikit di base: è dirigente della Soprintendenza ai beni culturali e membro della commissione cultura del Consiglio regionale. Ma non farà parte della giunta: ieri infatti Forza Italia ha formalizzato via comunicato i suoi esponenti che assumeranno un assessorato. E lui non c’è.

 

Michele Lobianco, Lorenzo Giorgi, Angela Brandi e Maurizio Bucci, indicati come futuri assessori da Forza Italia
Michele Lobianco, Lorenzo Giorgi, Angela Brandi e Maurizio Bucci, indicati come futuri assessori da Forza Italia

 

Forzisti schierati I quattro fortunati sono Michele Lobianco, ex assessore al personale di Dipiazza e mattatore di preferenze, Lorenzo Giorgi, più volte presidente della terza circoscrizione e consigliere comunale uscente, Angela Brandi, ex assessore all’Educazione con Dipiazza e al Lavoro in Regione con Tondo, Maurizio Bucci, anche lui ex membro di giunte di centrodestra con varie deleghe. Per Camber si prospetta un posto da capogruppo forzista in Consiglio anche se la questione è dibattuta. E lo spazio per un tecnico della cultura a cui dare un assessorato si assottiglia.

 

Forza Italia annuncia i suoi quattro assessori
Michele Lobianco, Lorenzo Giorgi, Angela Brandi e Maurizio Bucci, indicati come futuri assessori da Forza Italia

 

La tensione in Fratelli d’Italia Nove dei dieci nomi dei futuri assessori sono infatti già stati stabiliti. E nessuno pare avere la delega della cultura cucita addosso. Dalla Lega Nord provengono il vicesindaco in pectore Pierpaolo Roberti, Luisa Polli e Serena Tonel, come scritto nei giorni scorsi. La Lista Dipiazza esprime i due fedelissimi del sindaco Carlo Grilli e Giorgio Rossi. Tutti destinati ad altri lidi. L’unico posto che ieri sera era ancora in ballo è quello spettante a Fratelli d’Italia. La compagine di destra si presenta infatti con due aspiranti, l’ex presidente provinciale Fabio Scoccimarro e l’ex assessore comunale Claudio Giacomelli.

L’inghippo rosa Alla rivalità tra i due si aggiunge però una complicazione legale: le “quote rosa” impongono che in giunta ci siano quattro donne. E con i nomi appena esposti sono soltanto tre. Comunque vada, qualcuno dovrà fare un passo indietro. Fi, Lega, Lista Dipiazza, però, non sono inclini a rinunciare ai loro. Ed è lapalissiano specificare che Giacomelli e Scoccimarro non sono donne. Il secondo ha già annunciato di esser pronto a fare un passo indietro in favore di una signora.

 

Trieste, la Lega punta sul rosa e fa il tris di assessori
Il sindaco Dipiazza fa un selfie con due ammiratrici

 

Giacomelli è possibilista: «Il comunicato di Fabio non l’ho ancora letto, vedrò. Certo noi abbiamo molte donne capaci che possono fare l’assessore, ma è ancora tutto in fieri. Domani (oggi, ndr) chiuderemo il confronto». Di fronte a un panorama tanto intricato, è possibile che la delega alla cultura sia l’ultimo problema che passa per la testa di Dipiazza in questo momento. Ma di certo lo diventerà a breve.

Le questioni aperte In casa Forza Italia, però, l’identificazione degli assessori non ha risolto tutti gli attriti. Uno è il leggero mal di pancia con cui qualcuno degli incoronati ha accettato l’incarico. La dirigenza del partito ha chiesto infatti di sottoscrivere un accordo spinosetto, la cui firma comporta le dimissioni da consigliere comunale (ampiamente preannunciato da Dipiazza) ma anche l’impegno a restare per cinque anni in giunta (fatto confermato da più fonti).

Tradotto: a non candidarsi alle prossime regionali. Un cavillo che avrebbe contribuito al “no grazie” di cacciatori di preferenze del calibro di Everest Bertoli e Manuela Declich. Il primo deve ora confrontarsi con le aspirazioni di Camber al posto di capogruppo forzista. La seconda priva la giunta di una fetta di “quota rosa” che avrebbe risolto un bel po’ di grane, e priva anche la componente istriana e cattolica di Forza Italia di un rappresentante all’interno dell’amministrazione.

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