Giuliana Bunkeraggi, scatta la liquidazione
TRIESTE Giuliana Bunkeraggi getta la spugna. Dopo 38 anni di attività, una delle maggiori società operanti nell’indotto portuale triestino ha avviato le procedure per la messa in liquidazione. Scricchiolano 27 posti di lavoro a tempo indeterminato - 20 marittimi e 7 amministrativi - più alcuni contratti a tempo determinato che non sarebbero stati rinnovati.
È lo stesso Franco Napp, amministratore delegato dell’azienda fondata dal padre capitano Piero, a confermare quanto riportato dal sito specializzato genovese “Ship2Shore”. «Possiamo parlare di un esiziale effetto di trascinamento legato alla vicenda Depositi Costieri - spiega Napp - perché le garanzie finanziarie richieste a Giuliana Bunkeraggi hanno contribuito in maniera determinante a decretarne la fine». Un paio di mesi fa la famiglia Napp, proprietaria al 100%, ha così optato per la soluzione liquidatoria, assistita da uno staff di professionisti tra cui l’avvocato Enrico Bran, il commercialista Mario Giamporcaro, il notaio Roberto Comisso.
Liquidatori della società sono lo stesso Franco e la madre Marisa Kermelj. «È aperta una serie di trattative con interlocutori non triestini - puntualizza Napp - per affittare i diversi rami d’azienda in cui si articola l’impianto aziendale». Giuliana Bunkeraggi può contare su asset per 5 milioni: c’è la sede in via Lazzaretto Vecchio, c’è la flottiglia composta da 4 cisterne, da 3 rimorchiatori, da 5 cisterne galleggianti. Asset evidentemente correlati all’operatività della società nelle acque del Golfo: rifornimento delle navi, rimorchio, agenzia marittima, anti-inquinamento. Attività alle quali una decina di anni fa si è aggiunta la partecipazione azionaria in Tami, la cordata privata che rappresenta il 60% di Trieste terminal passeggeri (Ttp), gerente della Marittima e del Molo IV: all’interno di Tami, Giuliana Bunkeraggi detiene una quota pari al 18%. Napp è amministratore delegato di Ttp e non si dimetterà dall’incarico «perché il mandato termina ad aprile con l’approvazione del bilancio». Per il suo 18% in vendita Napp ritiene che saranno i soci armatori, cioè Costa Crociere e Msc, i candidati più probabili al passaggio di mano (anche perché la quarta azionista è Generali).
La decisione di liquidare - ha aggiunto Napp - è stata assunta «per chiudere in modo corretto e restare in bonis». La crisi di Depositi Costieri, controllata di Giuliana Bunkeraggi, cominciò a delinearsi nel 2016. Nell’estate 2017 la ditta venne ceduta per 4,5 milioni a Life, impresa in mano ad alcuni imprenditori di origine campana che sarebbero risultati poi collegati con la criminalità organizzata. Dietro a Depositi Costieri un buco fiscale di 50 milioni causato da accise non pagate da un’azienda maltese. In giugno Napp è stato indagato dalla Procura per bancarotta fraudolenta per dissipazione e bancarotta semplice. —
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