Giudice di Pace schiacciato dai ricorsi

Situazione peggiorata con la chiusura degli uffici di Gradisca e Monfalcone. Non è ancora cessato lo tsunami T-Red causato dalla multe comminate con le fotocamere ai semafori
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia Ufficio Giudice di Pace
Bumbaca Gorizia Ufficio Giudice di Pace

È un problema annoso. Che si trascina, irrisolto, da parecchio tempo. Ci riferiamo alle montagne di ricorsi determinati dallo tsunami T-Red che intasano gli uffici del Giudice di pace di Gorizia. E con la chiusura degli uffici di Monfalcone e Gradisca e l’accorpamento a Gorizia la situazione è ulteriormente peggiorata. Il personale, già insufficiente prima dell’accorpamento, non è stato adeguato e così non si può davvero andare avanti. L’attività rischia di bloccarsi. Dal 1° giugno scorso il Giudice di pace deve farsi carico anche delle centinaia di fascicoli provenienti dalle due sedi chiuse e rischia di accumularsi una mole di arretrato enorme. «Adesso siamo già a oltre mille fascicoli arretrati», sottolinea senza fare troppi giri di parole il coordinatore dei magistrati onorari goriziani, Giancarlo Sgrazzutti.

Purtroppo, quanto previsto nei mesi scorsi si è puntualmente verificato. «La situazione nel futuro - scrivemmo all’inizio del 2013 - , anzichè migliorare, rischia di peggiorare. Com'è noto, potrebbero chiudere i due uffici decentrati di Monfalcone e di Gradisca d'Isonzo con il loro conseguente accorpamento a Gorizia. Ciò rischia di appesantire ulteriormente di cause, ricorsi e pratiche il Giudice di Pace della città-capoluogo, già bell'e intasato a causa della tsunami T-Red. No, la situazione non è molto incoraggiante. Per nulla». Tutto ciò si è (puntualmente) verificato. Per l’ufficio del giudice di pace di Gorizia queste giornate vengono vissute con grande pressione, con grande stress, visto il surplus di lavoro. Con la definitiva chiusura degli uffici di Gradisca e Monfalcone (il 31 maggio), attuata nell’ambito della riorganizzazione nazionale, tutta l’attività è stata accorpata nell’ufficio di via 4 novembre ed è cominciato il “trasloco” dei fascicoli che prima venivano trattati nella sede della città dei cantieri, che aveva competenza su un territorio ancora più vasto rispetto a Gorizia, arrivando fino a Grado. Quanto all’ufficio di Gradisca, doveva gestire anche le pratiche sul Cie. In provincia di Gorizia la riorganizzazione dei giudici di pace è scattata in uno scenario già molto difficile per gli uffici locali tanto che già nei mesi scorsi lo stesso Sgrazzutti non aveva esitato di definire la situazione come «d’emergenza» di fronte di una mole di lavoro enorme e di un numero di addetti, soprattutto per quanto riguarda il personale amministrativo, di cancelleria e impiegatizio, del tutto insufficiente. Per anni i problemi del super lavoro e del sotto organico hanno rallentato l’attività degli uffici del giudice di pace della provincia e in particolare di quello goriziano e già si sapeva che la riorganizzazione avrebbe portato ad un ulteriore depauperamento dell’organico visto che la riforma prevedeva che almeno il 50% del personale operante negli uffici dei giudici di pace da chiudere fosse messo a disposizione delle sedi limitrofe di Tribunali e Procure e solo la restante metà alle sedi accorpanti, come quella goriziana.

I giudici sono 3: Sgrazzutti, Giuseppe Gentile e Giuseppe La Licata, che era a Gradisca e aveva poi dovuto farsi carico anche del lavoro dell’ufficio di Monfalcone dopo il pensionamento per raggiunti limiti di età di Leonardo Ermisino. E pensare che fino a qualche anno fa i giudici erano in... 10 considerando anche le altre sedi. Come a dire: le cose sono cambiare (in peggio) in un lasso di tempo tutto sommato breve.

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