Giù l’intonaco nella succursale del Petrarca, la preside Militello: “La sicurezza prima di tutto”
TRIESTE Calcinacci crollati nel vano scale e crepe nelle aule. Le 21 classi della succursale del liceo Petrarca in largo Giorgio Sidney Sannino sono state evacuate giovedì mattina intorno alle 12. Un provvedimento che ha interessato circa 580 studenti. La decisione è stata presa della dirigente Cesira Militello che, nel corso della mattinata di ieri, si è confrontata con i tecnici preposti: oggi la sede resterà chiusa e le classi lavoreranno in Dad. I ragazzi questa mattina dalle otto protesteranno sotto la stessa succursale dell’istituto e pure in piazza Vittorio Veneto, dove ha sede l’Ente di decentramento regionale (Edr).
I Vigili del fuoco sono stati allertati ieri mattina (giovedì 7 ottobre) intorno alle 10, hanno provveduto a mettere in sicurezza una delle due scale tra il primo e il secondo piano, dove si era verificata la caduta dell’intonaco, e poi, sollecitati dal personale, hanno effettuato il sopralluogo in tre classi, dove sono state riscontrate della polvere di intonaco e delle crepe.
Le verifiche sono proseguite per tutta la giornata di ieri e oggi si deciderà se da lunedì la succursale potrà riaprire, e se lo farà al completo o solo in parte con le prime e le quinte. «La sicurezza di chi frequenta l’istituto viene prima di tutto – ha spiegato la preside – ed è per questo che abbiamo optato per l’uscita anticipata. La Didattica digitale integrata è una scelta temporanea ma è sicuramente all’altezza della situazione. Confido nel fatto che ci sarà il massimo impegno da parte dell’Edr per risolvere i problemi, e poter così consentire agli studenti di tornare in classe in piena sicurezza quanto prima».
In realtà esiste un progetto per rimettere “a nuovo” l’immobile, ma un contenzioso sta bloccando i lavori dal 2017, quando era stata allestita l’impalcatura esterna. Venerdì mattina, come detto, gli studenti della succursale e alcuni rappresentanti dalla sede centrale del Petrarca si raduneranno alle otto in largo Sonnino per poi spostarsi, ma non in corteo, attorno alle nove, sotto la sede dell’ex Provincia di Trieste, oggi, per l’appunto, sede dell’Edr, in piazza Vittorio Veneto.
Giovanni Chicco, rappresentante d’istituto, conferma un’unità d’intenti tra studenti, docenti e vertici didattici: «In Italia è giunto il momento di investire di più sulla scuola e di farlo realmente perché è sulla scuola che si fonda il futuro del Paese. Vorremmo portare all’attenzione delle istituzioni la situazione della nostra succursale, certi del fatto che si provvederà di conseguenza». Tra i genitori serpeggia il malumore: «La dirigente scolastica e i professori non hanno nessuna responsabilità – precisa una mamma che chiede di restare anonima – ma purtroppo c’è un silenzio inaccettabile da parte delle istituzioni e a questo punto preferisco che mio figlio resti a casa in Dad».
All’attacco va anche l’attuale opposizione con il consigliere comunale del Pd Giovanni Barbo: «Mentre la giunta uscente sventolava il progetto del campus di via Rossetti, che richiederebbe comunque diversi anni se dovesse andare in porto, abbiamo più volte chiesto contezza di quale sarebbe stato il futuro degli istituti che tutti i giorni ospitano i ragazzi. E poi ci chiediamo perché il 66% del giovani fra i 18 e i 34 anni non sono andati a votare al primo turno? »
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