Giù le serrande de La Chicca Se ne va l’ultimo alimentari
MONFALCONE Con lui chiude l’ultimo piccolo negozio di alimentari a servizio della comunità monfalconese. Con lui se ne va il botteghino di un tempo, quello sotto casa dove si andava al volo a prendere il latte. Ha fatto il suo tempo. Negli ultimi vent’anni ha resistito all’espansione dei supermercati e dei grandi centri commerciali. Ma adesso, vuoi per la stanchezza, vuoi per l’età, è giunta l’ora di abbassare definitivamente le serrande, con la consapevolezza di lasciare dietro le spalle un’epoca che non può più tornare.
Oggi, per Bruno Scarpignato, 65 anni, è l’ultimo giorno da titolare de La Chicca, il negozio che da 30 anni vende generi alimentari, frutta e verdura in via Romana. «Verrò anche lunedì» aggiunge subito dopo, quasi a non voler rendersi conto, nemmeno lui, dell’evidenza. «E martedì farò una bicchierata con i clienti affezionati». Talmente affezionati, che uno di loro, Manlio Comar, ha inviato una lettera di saluti alla redazione del Piccolo a nome di tutti i clienti. «Più generazioni si sono alternate in questo storico negozio da ambo i lati del bancone. Un servizio che offriva, oltre alla tradizionale spesa quotidiana, l’occasione di incontro, conoscenza e frequentazione che nessun centro commerciale può permettere. La chiusura di un negozio di quartiere - si legge ancora nella missiva - è una perdita per tutti quelli che credono ancora in una società a misura d’uomo e non di giga...I clienti ringraziano affettuosamente il “bottegher” signor Bruno per la cortesia e la professionalità sempre dimostrate e gli augurano una serena e rilassata vita da pensionato».
Entrando all’interno del negozio, gli scaffali sono ormai già per buona parte vuoti. Ma i clienti continuano ad arrivare uno dietro l’altro.
C’è l’ex edicolante Ugo Saladini che al signor Sergio si rivolge sornione, come se parlasse ad un amico di vecchia data. E poi spiega: «Qui le anziane sono in lacrime. Questo è un negozio di vicinato, di servizio... Provi a immaginare: io guido, ho l’auto, posso muovermi e andare al supermercato, ma le anziane della via adesso non sanno più come fare, specie quelle sole senza figlie. Lui portava loro la spesa fino a casa, se c’era bisogno».
La conversazione si dilunga. Qui le persone, una volta varcata la soglia, lasciano la fretta dietro la porta. Così Pamela Zoratto entra con due bambini, che giocano a rincorrersi tra gli scaffali. A lei servono solo due carote, ma ha tutto il tempo per dare il suo parere. «Il quartiere senza questo negozio perde la vita. Questo è un punto di incontro, soprattutto per chi ha una certa età. Passare nella via e vedere una luce accesa, sapere che dentro c’è qualcuno... Mi viene tristezza solo a pensare che non sarà più così».
A dirla tutta, il titolare Scarpignato ha provato a mettere il negozio in affitto «e adesso l’ho dato in mano a un’agenzia. Ma è come se nessuno sia interessato. Eppure, anche per una mamma che ha bisogno di un secondo lavoro non può che essere una buona occasione...». La speranza dunque non è del tutto perduta. «Sono arrivato qui nel 1989 con mia moglie. Ero impiegato siderurgico, poi le aziende chiusero e decisi di intraprendere quest’avventura». Che, come le più belle avventure, è durata quasi una vita intera.
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