Giù le serrande da Giudici pezzo di storia di Barriera

La nota pasticceria chiude dopo 36 anni di attività familiare. Il figlio Alessandro, che è anche un volto tv, va in Friuli per motivi personali. Pure le tasse hanno inciso
Lo staff della pasticceria Giudici
Lo staff della pasticceria Giudici

TRIESTE Lunedì 31 ottobre alzeranno e abbasseranno la serranda del loro esercizio di via Oriani 9/A per l’ultima volta, dopo 36 anni. La famiglia Giudici passa la mano. Ma in questo caso, rispetto ad altri, più che i motivi economici hanno inciso quelli personali. Il figlio Alessandro, che con le sue apparizioni televisive e il suo impegno a 360 gradi aveva trainato una piccola pasticceria di Barriera fino all’eccellenza nazionale, ha dovuto cedere al richiamo degli affetti, sotto forma di una moglie architetto udinese che non riusciva a trasferirsi in città e di una figlia piccola e amatissima.

Basta restare dieci minuti nel piccolo spazio di vendita, del resto, per capire che il lavoro non manca. È un pellegrinaggio continuo, soprattutto alla ricerca di dolcetti particolari e di quei marchi di fabbrica che Alessandro ha lanciato in questi anni. Primo tra tutti, il biscottino da meditazione, con frolla al cioccolato e fior di sale di Pirano. I clienti, quasi sbalorditi, si fermano davanti a un foglio che documenta il saluto finale. «Noi titolari della Pasticceria Giudici - si legge - unitamente ai collaboratori ringraziamo Voi, cortese clientela, per la fiducia accordataci in questi 36 lunghi anni di esercizio insieme durante i quali, con dedizione e passione per questa professione, abbiamo sempre cercato di rendervi “dolci” la quotidianità così come i momenti più importanti della vostra vita». E ancora: «Sperando di lasciare alla città un piacevole ricordo di noi e del nostro operato rivolgiamo a tutti un affettuoso saluto! Grazie!!! Non vi dimenticheremo».

 

Anche sei triestini nel gotha dei migliori pasticcieri d’Italia
Silvano Trieste 16/02/2012 Sede ACEPE foto di gruppo dei Pasticceri con la Presidente

 

Una mamma con un bimbo legge e scuote la testa, quasi affranta, mentre una signora più in età fa sfoggio di filosofia positivista triestina: «Beh, in fondo xe ancora verto fin a lunedì...!». Comunque sia, una perdita importante, per quello che era già stato gratificato dell’insegna di locale storico, essendo stato aperto ininterrottamente dal 1928. Anche per questo la prima domanda che sorge spontanea è: e adesso?

Alessandro sembra quasi imbarazzato ma poi si apre in uno dei suoi famosi sorrisi, che tanta simpatia gli avevano guadagnato quando percorreva il palcoscenico de “La Prova del Cuoco” su Raiuno. «Lo ridadisco, ci sono solo motivi personali e familiari dietro la scelta. Miei, fondamentalmente. Dovevo, volevo avvicinarmi alla famiglia. Mio papà Ermanno e mia mamma Licia, del resto, erano già in pensione, sono stanchi ma sono rimasti qui per attaccamento al posto e per aiutarmi. Però c’è stata tutta una serie di motivi che si sono incastrati nello stesso momento, e ho preferito lasciare».

La chiusura della pasticceria non significa che Alessandro, peraltro appena 36enne, si ritirerà. «Ho già trovato un lavoro come consulente in Friuli, e questo può comunque preludere a quella che era una delle mie passioni di sempre, l’insegnamento».

Tutto qua, allora, una banale scelta di vita? Non proprio. Scava scava, viene fuori anche la polpa. «A dirla tutta - si sfoga Alessandro - lavorare diventa ogni giorno più difficile. I controlli continui, la burocrazia, una tassazione folle, i Nas in laboratorio ogni settimana... Fanno di tutto per farti perdere la voglia di andare avanti. Amo, ho amato molto la mia clientela, ma mi sono reso conto nell’ultimo periodo che la crisi ha inciso anche su molti di loro. Vogliono sempre l’alta qualità dei prodotti ma a basso prezzo, e sono due concetti antitetici, la cosa non può reggere. Meglio tirare giù la serranda».

Sul futuro del posto, ipotesi aperte. Dichiaratamente la famiglia, che possiede il foro commerciale dove operava, vuole affittarlo. «Non abbiamo messo pregiudiziali di alcun tipo sull’eventuale destinazione di domani. Se qualcuno volesse ripetere l’esperienza della pasticceria, nulla osta, per capirsi». Difficile trovare qualcuno che si assuma un rischio del genere. Anche perchè gli artisti si copiano, ma difficilmente si possono eguagliare.

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