«Giù le mani da Furlanic». Sel si schiera al suo fianco

Sossi: «Il presidente del Consiglio comunale ha espresso opinioni personali in un contesto esterno alle sue funzioni» Ma il segretario democrat Cok: «Mancano parole di rispetto delle altre memorie»
Marino Sossi e Sabrina Morena nella sede di Sel (Lasorte)
Marino Sossi e Sabrina Morena nella sede di Sel (Lasorte)

Sinistra Ecologia e Libertà si schiera compatta con Iztok Furlani› e domani voterà contro la mozione di sfiducia che chiede la testa del presidente del Consiglio comunale dopo le sue reiterate dichiarazioni pro-Tito. «Il presidente ha espresso delle sue personali opinioni in un contesto non legato alle sue funzioni - ha dichiarato ieri, nel corso di una conferenza stampa convocata ad hoc, Marino Sossi, consigliere comunale di Sel -: in questo Paese non esiste il reato d’opinione, riteniamo quindi che non possa essergli revocato il mandato se non, come dice il regolamento, per inadempienza ai suoi compiti e alle sue funzioni. Ma questa inadempienza non c’è mai stata: Furlani› ha svolto con serietà le sue funzioni di presidente del Consiglio». Sossi interviene anche in merito alle dichiarazioni di Furlani›: «A livello storico bisognerebbe parlare di due liberazioni. Non si può cancellare dalla memoria collettiva cittadina il fatto che l’arrivo in città del IX Corpus Jugoslavo costrinse i nazisti all’abbandono della Risiera di San Sabba nella notte fra il 29 e il 30 aprile 1945 e il loro asserragliarsi in alcuni edifici della città. Le lotte che seguirono videro, oltre alla IV Armata Jugoslava, anche la partecipazione del Cnl Alta Italia, guidato da Don Marzari, e della II divisione neozelandese, decisiva per la resa tedesca. I 40 giorni che seguirono furono tragici per la città: la cosiddetta seconda liberazione, con l’arrivo degli anglo-americani mise fine a tutto ciò».

Il 13 novembre al voto la sfiducia a Furlanic
Il presidente del Consiglio comunale, Iztok Furlanic

Ma anche se ci sono visioni del passato diverse e non condivise, sottolinea Sabrina Morena, coordinatrice di Sel, «noi diciamo basta essere prigionieri della storia, che non va usata a fini politici: non possiamo perdere troppo tempo a dibattere di queste questioni, dobbiamo portare avanti il programma, far fronte a tutte le crisi che ci sono in città: economiche, occupazionali, ambientali». «Se qualcuno ipotizza cambi di maggioranza in questo momento - rincara la dose Sossi - non credo stia pensando al bene collettivo». Sel si dissocia anche dall’iniziativa di Tsipras, che ha avviato la raccolta firme per blindare la posizione di Furlani›.

Ma gli sguardi poi sono tutti puntati sul Pd: dal suo atteggiamento in aula dipenderà il risultato del voto, perché per arrivare alla maggioranza sarebbe sufficiente che ai 15 consiglieri che hanno sottoscritto la mozione di sfiducia se ne aggiungessero altri 6. «Auspico che il Pd voti compatto contro la mozione - commenta Sossi -: d’altra parte le posizioni di Furlani› erano ben note anche quando si è votato per la sua elezione». E sul senatore Russo, che si è già espresso a favore della rimozione di Furlani›, Sossi dichiara: «Credo si sia messo in una posizione oltranzista, che non aiuta nessuno. In questo momento è necessario guardare avanti».

«La Liberazione? A Trieste l’ha fatta l’esercito di Tito»
Silvano Trieste 24/09/2012 Consiglio Comunale, Massimo Paniccia

Sul caso Furlani› interviene nuovamente il segretario provinciale del Pd, Stefan ‹ok: «Il Partito democratico non ha mai contestato a Furlani› il diritto a coltivare la propria memoria sugli eventi di 70 anni fa, infatti anche quella memoria è presente in una parte della comunità cittadina e merita rispetto. Non eravamo però d’accordo con il fatto che dalle sue dichiarazioni non trasparisse la consapevolezza che esistono di quegli eventi memorie diverse, perché le diverse comunità hanno sofferto, e che bisogna riconoscere e rispettare queste diverse memorie. Sentiamo la mancanza di una dichiarazione in tal senso e vogliamo evidenziare questa diversità d’approccio». Sembra quasi un appello al presidente dell’aula municipale a riprendere la parola in questo senso. «Sono convinto - aggiunge ‹ok - che la stragrande maggioranza dei cittadini di Trieste, italiani, sloveni, di diverso orientamento politico, si attenda dalle istituzioni pubbliche che coltivino il rispetto verso la storia e le diverse memorie, trasmettendole alle giovani generazioni, ma che al contempo ritenga che la contrapposizione politica debba poggiare sulle diverse visioni del presente e del futuro, non del passato. Rendiamoci anche conto - rileva - che questa città vivrà molti anniversari che faranno emergere queste diverse memorie. Vogliamo esigere che gli uni o gli altri rinuncino alla propria o la rifiutino? No, aspettiamoci solo la comprensione reciproca e il rispetto».

Giulia Basso

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