Giù il livello del canale Ponterosso e via tutti i barchini durante i lavori sui Ponti Bianco e Verde
TRIESTE Sei mesi di cantieri, al via subito dopo l’Epifania, per consolidare il Ponte Bianco e al Ponte Verde. Il Comune fissa la nuova tabella di marcia per i lavori che interesseranno il tratto delle Rive davanti al canale di Ponterosso. Un’operazione che si annuncia impegnativa e anche particolarmente “coreografica”. Gli operai, infatti, dovranno intervenire sulle volte delle strutture operando all’interno di una speciale zattera. Per farla galleggiare in sicurezza, però, sarà necessario abbassare il livello d’acqua del canale per mezzo di una speciale chiusa. Tutti passaggi incompatibili con la presenza delle tante piccole e micro barche che attualmente affollano l’area. Entro l’avvio dei lavori, dunque, tutti i proprietari dovranno portare via i barchini, appunto “sfrattati” dal cantiere.
Naturalmente l’intervento (costa previsto circa 450 mila euro) non avrà ripercussioni solo sul “traffico” in acqua, ma anche, e soprattutto, su quello su gomma. Le limitazioni, come già disposto a partire dal 4 novembre scorso, interesseranno prima di tutto i mezzi pesanti. Stop quindi ai mezzi con massa superiore a 7,5 tonnellate, Tir, pullman o autobus. I mezzi impiegati sulle linee 8 e 30 della Trieste Trasporti, quindi, verranno deviati al pari dei camion, opportunamente allertati già adesso dalla segnaletica posta su piazza Libertà e in altre zone.
Come detto, il tratto interessato dal cantiere riguarda la carreggiata di Riva Tre Novembre antistante il Canal Grande, tra le vie Rossini e Bellini, il Ponte Verde appunto, oltre al vicino bianco, pedonale, a pochi passi dalla Capitaneria di Porto. Entrambi, nel corso degli anni, hanno subito danni dovuti al tempo, al progressivo e naturale degrado, in aggiunta alle sollecitazioni conseguenti alla circolazione continua sulla strada. Da qui l’esigenza di un intervento radicale, che avrà l’obiettivo di mettere in sicurezza i due archi.
A spiegare l’iter complessivo l’ingegnere del Comune di Trieste, Enrico Cortese, responsabile del procedimento. «Lo scorso 15 dicembre i lavori sono stati affidati ufficialmente all’impresa che se ne occuperà, e che inizierà gli interventi dopo le festività - spiega - per una durata di circa sei mesi, e una spesa di 450 mila euro, di questi 263 mila sono mirati alle opere vere e proprie, il resto riguarda gli altri servizi connessi. Il consolidamento era necessario - prosegue - alla luce dello stato generale delle due strutture, che andavano sistemate in tempi brevi. Da questa considerazione si è partiti prima con un progetto, che ha visto anche alcune modifiche successive, e poi con la gara». Per consentire agli operai di lavorare in tranquillità, senza dipendere dal possibile innalzamento della marea, l’acqua sarà abbassata, con una sorta di chiusa, all’inizio del canale. «Questo permetterà alle squadre di professionisti dell’impresa di posizionarsi su una grande zattera, una piattaforma galleggiante, che sarà ancorata sotto i ponti. Controllando il livello del mare, non subiranno variazioni tali da compromettere l’andamento del cantiere».
Durante i vari mesi, anche la circolazione veicolare potrà cambiare, a tratti sarà deviata sul Ponte Bianco, quando si interverrà su quello verde in modo più importante. Anche in questo caso la segnaletica avvertirà automobilisti e centauri.
Intanto, per evitare rallentamenti, resta in vigore da novembre la revoca temporanea del divieto di transito ai veicoli con una massa superiore a 7 tonnellate in via Milano, nel tratto compreso tra le vie Filzi e Carducci. E mentre in superficie i mezzi pesanti non potranno transitare, sotto i ponti sarà disposto il divieto di passaggio per le imbarcazioni. «Che dovranno essere allontanate dal canale - ricorda Cortese - fino alla conclusione delle opere».
La realizzazione dei due ponti, con le caratteristiche attuali, risale al 1951. Annunciando le disposizioni relative alla viabilità, già a novembre il Comune aveva ricordato i motivi legati all’intervento, per «l’aggravio della situazione degli impalcati – si legge in una nota diffusa – lesionati sulle travi principali e di collegamento secondarie, con peggioramento dello stato di conservazione in corrispondenza delle corsie di marcia veicolare e delle travi di collegamento in campata». —
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