Giro, seconda tappa Jesolo-Trieste. C’è anche un Gran premio della montagna: lo strappetto di Montebello
Il transito a Miramare, tre passaggi in piazza Unità. L’ultimo sarà il decisivo

TRIESTE.
Due soffi leggeri, due nuvole colorate che scivolano veloci accompagnate dal «frrrr» delle ruote sull’asfalto. Poi, al terzo giro, la lotta di gambe e di gomiti. Fino all’imperioso ultimo scatto di reni in faccia a piazza Unità.
Trieste riabbraccia questo pomeriggio per la ventesima volta il Giro d’Italia. La prima, esattamente novant’anni fa, fu nel 1919. E la tappa fu vinta da Girardengo. Oggi la carovana rosa saluta Jesolo all’ora di pranzo, alle 13.35. Transito a Latisana un’ora dopo, quindi Cervignano tra le 15.14 e le 15.24 a seconda della velocità di marcia (difficile che però sia troppo alta, a meno che qualcuno là davanti tenti una fuga «televisiva»: è domenica, l’audience sarà alta, gli sponsor sarebbero contenti) e Monfalcone tra le 15.41 e le 15.53, minuto più, minuto meno. Infine, Trieste. Tra le 16.07 e le 16.22 Miramare, Barcola, piazza Libertà, le Rive. E poi il circuito: via dei Campi Elisi, via d’Alviano, via Carnaro, e poi giù, viale dell’Ippodromo, viale D’Annunzio, Barriera, via Carducci, ancora piazza Libertà, ancora le Rive. Uno, due passaggi in piazza Unità. Il terzo (stimato tra le 17.02 e le 17.23) sarà quello decisivo, la volata dei velocisti perchè questo dice il pronostico: sì, qualcuno proverà ad allungare nella salita dopo il palasport di Chiarbola, ma poi sarà ripreso nella discesona verso via Carducci e le squadre degli sprinter lavoreranno per i loro leader. E così Mark Cavendish, il ragazzo dell’Isola di Man che compirà 23 anni proprio durante il Giro, il 21 maggio prossimo (il giorno della crono alle Cinque Terre, i 60 chilometri che in tanti indicano come decisivi per leggere le carte al Giro del Centenario: un segno del destino?), sarà chiamato a difendere subito la rosa conquistata ieri al Lido. La Lpr di Petacchi (tanto per dire del grande favorito per oggi) è arrivata ieri a 22” dalla Columbia del «manner» e quindi non è difficile immaginare che Cavendish anche questa sera vada a nanna con la maglia rosa ripiegata vicino al letto.
Da Jesolo a Trieste la nuvola del Giro volerà per 156 chilometri, tutto sommato abbastanza pochi per una tappa pianeggiante come questa. Non c’è una-difficoltà-una da superare e anche il Gran Premio della Montagna di Montebello per questi signori qua è praticamente un cavalcavia. Eppure la bagarre dell’arrivo, uno dei pochissimi per velocisti in questo Giro 2009, promette adrenalina allo stato puro. Cavendish deve già scoprirsi per difendere la maglia, Petacchi, l’«Alejet» della Lpr di Danilo Di Luca, deve sgomitare per acchiappare la vittoria, Armstrong deve far girare le gambe per capire come sta. Basso e Pellizotti, invece, possono starsene nel gruppone a vedere che effetto che fa perchè tanto in squadra non hanno velocisti puri. E magari poi finisce che vince un Carneade qualsiasi. Chissà. Ma tutto si deciderà in un attimo, in un «frrrr» leggero sull’asfalto delle Rive fino al colpo di reni decisivo sotto lo striscione dell’arrivo. E il flash del fotofinish.
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