Giro di vite sulle manifestazioni in piazza a Monfalcone: «No a iniziative per fatti estranei alla città»
MONFALCONE Vietate in centro città manifestazioni che provocano un danno di immagine. Che possano veicolare messaggi non appartenenti ai valori del comune sentire, se non anche ai limiti della volgarità e della pubblica decenza, piuttosto che iniziative di scarso livello qualitativo, stile sagra strapaesana “irriverente”.
Lo stabilisce una delibera di giunta approvata ieri. Il sindaco Cisint, nell’illustrare il provvedimento, non ha spiegato nel dettaglio quali manifestazioni saranno ammesse in piazza e quali no. Sollecitata in tal senso ha delineato il perimetro del provvedimento.
L’altolà può riguardare anche attrazioni o spettacoli impattanti dal punto di vista urbanistico, sotto il profilo degli impianti tecnici o audio.
Per lo stesso principio non saranno autorizzate attività proposte da espressioni partitiche straniere. Ipoteticamente com’è accaduto l’altro giorno in piazza quando un gruppo di bengalesi ha manifestato per gli incidenti stradali a Dacca.
Il sindaco non ha fatto alcun collegamento diretto tra questa manifestazione e l’assunzione della delibera. Tuttavia è lecito supporre che al primo cittadino quella protesta non sia piaciuta. Ovviamente in piazza si continueranno a tenere comizi sindacali e politici purché espressioni di forze che rientrano nell’“arco costituzionale”.
Gli indirizzi della delibera confluiranno in un regolamento da sottoporre al Consiglio comunale. Si richiama alla normativa in ordine al Codice dei beni culturali e del paesaggio, cosiddetto Codice Urbani (decreto 42 del 22 gennaio 2004). Linee guida ai fini dell’utilizzo degli spazi pubblici da parte di promotori privati, applicate nell’area all’interno delle mura medioevali, fra via Rosselli, via Sant’Ambrogio e Corso del Popolo, comprendendo piazza della Repubblica, il Duomo, piazza Unità d’Italia, piazza Falcone e Borsellino, piazza Cavour. La giunta si riserverà di valutare tipologia e qualità delle iniziative per le quali bisognerà presentare domanda scritta all’amministrazione entro i 90 giorni rispetto all’appuntamento che s’intende proporre. L’assenza di risposta entro il termine stabilito presuppone il mancato accoglimento della richiesta. In particolare, si tratta di aggiornare e rivisitare, mediante regolamentazione, le attività di mercato, le celebrazioni a carattere civile, militare e istituzionale, «tenendo conto delle funzioni aggregative, simboliche e di socializzazione per cittadini e visitatori». Vengono quindi considerate le attività culturali, sportive, di spettacolo, sociali, politiche e sindacali, oltreché di carattere commerciale e di altro genere. Proposte dunque che non «creino pregiudizio sia alla valorizzazione e al decoro, sia all’immagine della città». Il tutto, ha chiarito ieri il sindaco Anna Maria Cisint, garantendo tutte le attività sancite dalla Costituzione.
Un’attenzione di riguardo viene posta su piazza della Repubblica, aperta a manifestazioni idonee, di pregio e all’altezza del “salotto” cittadino, conciliabili con le programmazioni dal Comune.—
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