Giro di valzer per i ristoranti
Un dinamismo da metropoli, ma nell’incertezza totale. Il comparto ristorazione si appresta a scriv ere nuovi capitoli a Trieste, con un tourbillon di gestioni terminate, locali chiusi e poi riaperti, traslochi e altro ancora che lascia basiti. E, soprattutto, rende complicatissimo il mestiere di chi deve fare il cronista di questa autentica Babele del gusto.
Insomma, non si fa in tempo ad annotare la “dipartita” di qualche esercizio che questo risorge dalle sue ceneri, magari con un nome e, quasi sempre, con una nuova tipologia.
Ultimo esempio, il Faro, la trattoria all’ombra dell’omonima fonte di luce. Chiuso da dicembre, si appresta all’ennesimo cambio di gestione. È pronto, dichiaratamente, a sbarcare nel locale in cui aveva già lavorato come cuoco anni fa, Darko Rakic. Il 31 dicembre scorso, ha dato l’ultimo saluto alla clientela affezionata che si era costruito alla Trattoria Sociale di Contovello. L’esperienza, pur fortunata, si è conclusa.
Sarà lui, dunque, a ridosso dell’imminente primavera, a cercare di riportare in Strada del Friuli le miriadi di triestini che consideravano per anni il Faro come la classica trattoria fuori porta, dove desinare davanti a una vista strepitosa, a tutte le ore, senza svenarsi di fronte a cucine troppo “creative”. Il momento, del resto, non lo permette, ma Darko ha il fiuto e l’abilità per gestire questa nuova avventura. Partenza non ancora definita, ma con i tempi probabilmente protratti verso la primavera.
Così come quello che si propone a tutti gli effetti come un “offshot” del Faro sbarcato in città. Perchè gli ex gestori non hanno mollato il colpo. Si sono semplicemente, per usare un termine di moda, reindirizzati.
Vincenzo Vitola, che era lo chef del “Faro”, assieme a uno dei soci e a una new entry già attiva in un bar di tendenza del centro, ha messo l’occhio su una sala scommesse incredibilmente abbandonata in via Torino. Il “Faro 2” (ma il nome è di fantasia) nascerà lì a primavera avanzata. E promette battaglia in una zona ormai totalmente delegata alla ristorazione.
Fateci caso, infatti, ma proprio dietro l’angolo, davanti all’entrata del Museo Revoltella, è atteso per lo stesso periodo “Penso 2” costola della storica pasticceria di via Diaz, con vocazione agli stuzzichini e un ambiente su due piani che promette mirabilie. E sulla stessa via Torino è attesa una paninoteca non ben definita.
Confermato anche lo sbarco sulle Rive di Savron di Devincina. Forse si chiamerà “Nuovo Savron” o magari “Savron 2”. Di certo perpetuerà la cucina mitteleuropea in un’area delle Rive molto vicina a via Lazzaretto Vecchio. I contratti sono in via di definizione, ma non è esagerato prefigurare un’apertura verso la fine di febbraio, primi di marzo.
Non si hanno notizie, infine, del “Salvagente” di via dei Burlo, chiuso per malattia da oltre un mese. Ma la fibra dei due anziani gestori ci invita a sperare che ci sarà un ritorno, prima o poi.
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