Giro di valzer per i portaborse di Palazzo
TRIESTE. Ancora movimento nelle segreterie dei gruppi in Consiglio regionale. Lascia il Palazzo, per tornare alla sua occupazione originaria a Roma all’Ancitel (società dell’Anci per i servizi informatici) lo storico portavoce di Renzo Tondo, Giorgio Carbonara, caposegreteria di Autonomia responsabile. Entra, ma in Forza Italia, Maurizio Marzi, fedelissimo di Bruno Marini.
Di un suo possibile ingresso negli uffici dei berlusconiani si parlava da tempo, soprattutto perché l’operazione avrebbe potuto creare contraccolpi negli altri gruppi della coalizione di centrodestra: assumere un’altra persona significa mandarne a casa un’altra, visto che i consiglieri devono rispettare i limiti di spesa sul personale fissati dall’allora governo Monti. E così è avvenuto: una dipendente, in forza al Misto, si è trovata senza il posto. Marzi, laureato in giurisprudenza, è in politica al fianco di Marini da oltre vent’anni, fin dai tempi della Dc. È stato consigliere comunale del Ccd, in cui ha ricoperto anche la carica di segretario provinciale a Trieste, dal 1997 al 2001. Nel primo mandato Dipiazza, fino al 2006, è stato rieletto in Consiglio comunale sempre nell’ex partito di Casini. Successivamente, nel Dipiazza bis, Marzi era in corsa per un assessorato, per essere poi eletto Difensore civico comunale. Incarico che ha svolto per cinque anni.
«Vista la sua esperienza nel campo seguirà tutta la parte giuridico-amministrativa del gruppo», spiega Marini. «L’ho voluto con me proprio per questo e anche perché è sempre stato il vero numero due della componente istro-cattolica della città. Prima nata nella Dc, poi passata nel Ccd e infine confluita in Fi». Le vicende delle segreterie, a Palazzo, sono un vero e proprio rebus. Equilibri da gestire col bilancino. Riescono addirittura a ostacolare, come effettivamente avvenuto nei mesi scorsi nella scissione del Pdl che ha portato a Fi e Ncd, la creazione dei nuovi gruppi. Quindi l’assunzione di un altro addetto, come nel caso di Marzi, non poteva che creare malumori. A maggior ragione col passaggio dello stesso Marini, assieme al collega Elio De Anna, dal Misto ai berlusconiani. Ora la coalizione di centrodestra è formata da Forza Italia (5 consiglieri), Autonomia Responsabile (4), Nuovo centrodestra (3) e il Misto che raccoglie Renzo Tondo e l’Udc Giovanni Barillari. Sceso di due unità - il transito di Marini e De Anna in Fi - il personale in carico al Misto potrebbe subire ancora altri scossoni.
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