Giro di prostituzione con 300 clienti: chiusi 6 centri massaggi e un arresto
In manette il cinquantenne Bai Janping gestore di tre attività sequestrate. Denunciata anche una donna per favoreggiamento
Il sequestro di uno dei Centri massaggi cinesi a Monfalcone
MONFALCONE Prostituzione con massaggi o saltando i “preliminari”, un arresto e una denuncia con il sequestro e la chiusura di sei Centri cinesi. Punti di riferimento a luci rosse per almeno 300 clienti, residenti, anche stranieri, e dell’Isontino. Tutti hanno ammesso di aver usufruito di prestazioni sessuali a pagamento. Uomini a partire dai trent’anni, ma molti gli anziani, fino a ultraottantenni.
È frutto dell’indagine congiunta tra i carabinieri della Compagnia e la Polizia locale di Monfalcone, articolatasi nell’arco di quasi un anno. Operazione culminata nelle manette per il 50enne cinese Bai Janping, che tirava le fila della gestione dei Centri in via Rossini, via Verdi 11 e via Fratelli Fontanot. Oltre allo sfruttamento della prostituzione, per l’uomo si affiancano anche le accuse di violenza sessuale e lesioni personali. È stato rintracciato giovedì mattina a Fontanafredda (Pordenone), si trovava in un Centro massaggi del quale ne aveva già preso il controllo.
A collaborare con Bai una connazionale di 49 anni, L.D., che oltre ad affiancarlo esercitava anche la “professione”: è stata denunciata per favoreggiamento personale. Denuncia, invece, per una 40enne risultata priva di documenti d’identità e permesso di soggiorno.
I tre Centri posti sotto sequestro fruttavano un incasso mensile stimato in 10-11 mila euro ciascuno, denaro che in parte il cinquantenne trasferiva in Cina via money transfert. La prostituzione era appannaggio anche degli altri tre locali, in via Galilei, vicolo Desenibus e via Verdi 40, che sono stati chiusi. Attività in questo caso curata da asiatiche dipendenti che avevano rilevato la gestione, pagata tra i 7 e i 10 mila euro, ricorrendo poi a titolari-prestanome.
A carico di tutti i sei Centri massaggi è stata disposta l’ordinanza urgente firmata dal sindaco Anna Maria Cisint, per gravi irregolarità sanitarie, rilevate a seguito di sopralluoghi eseguiti anche assieme all’Azienda sanitaria. Quattro erano i più “attivi”, i due in via Verdi, quindi in via Rossini e Fontanot. Una lunga indagine, dunque, iniziata nell’agosto 2018 e protrattasi fino allo scorso maggio. L’opera investigativa s’è intersecata tra gli uomini dell’Arma, coordinati dal comandante della Compagnia, maggiore Daniele Panighello, e gli agenti della Polizia locale guidati da Rudy Bagatto.
L’operazione congiunta è stata illustrata ieri durante una conferenza stampa congiunta.
Si è partiti dagli appostamenti esterni che hanno consentito di individuare i clienti, anche con pedinamenti e rilevazioni di targhe. Un monitoraggio complesso, i Centri massaggi erano aperti dalle 10 del mattino fino alle 3 di notte. Oltre trecento sono stati ascoltati, in qualità di persone informate sui fatti, e per loro non è restato altro che confermare la prestazione sessuale pagata. Clientela diversificata, operai, piuttosto che artigiani, esercenti, pensionati, o uomini di passaggio in città. I prezzi delle prestazioni mediamente oscillavano dai 50 fino ai 120 euro. I controlli si sono infilati all’interno dei Centri, attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e video. Insomma i massaggi erano una «copertura». Le donne, tra i 40 e i 49 anni, si alternavano tra un Centro e l’altro. Bai provvedeva a tutto, dalla logistica alla spesa, dal pagamento delle utenze al rifornimento di materiali e di quanto necessario alle prestazioni sessuali.
Gestore-factotum il cinquantenne, che supervisionava costantemente l’attività delle “sue” cinesi facendo la spola tra un Centro e l’altro. Anche perché era capitato che le donne gli avessero riferito di un quantitativo di incontri hard minore, a fronte pertanto di incassi inferiori. La paga veniva pattuita a monte, fifty-fifthy con il gestore.—
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