Giro d’affari in bilico per la Fipe: «Un peccato ma speriamo ancora»
TRIESTE «Non meno di un giorno fa ho incontrato gli allestitori che andavano in piazza Unità per preparare l’area. Ora, se l’evento non si fa più nell’agorà, è chiaro che è un peccato, però non penso che per una festa Msc decida di non venire più a Trieste». Bruno Vesnaver, presidente della Fipe, che al momento è all’estero, premette di non conoscere l’evoluzione dei nuovi dettagli in merito alla grande festa che doveva essere organizzata a Trieste per il taglio del nastro della Msc Seaside, la più grande nave mai costruita in Italia da Fincantieri.
In ogni caso, ammette che «è un peccato», «forse almeno un 10% dei tremila passeggeri sarebbe potuto andare nei nostri locali dopo cena, soprattutto dopo questi eventi meteorologici di maltempo era una buona iniezione questa venuta. Vorrà dire che aspetteremo dicembre - continua Vesnaver -, ma forse gli ospiti gireranno lo stesso la città una volta scesi dalla nave». Ragiona ad alta voce e pensa che «noi siamo stati coinvolti indirettamente, quindi non ci rimettiamo, ci faceva comodo, certo, però dobbiamo pensare sul lungo termine. Questa è una festa, un evento singolo, organizzato non per Trieste ma a Trieste». Come dire che questo evento andato male non intacca il futuro, su cui invece bisogna ancora lavorare. «Le navi bianche portano un certo turismo, sarebbe bene che la compagnia decidesse di venire qui - spiega -, noi dobbiamo puntare su questo, buttare i tappeti rossi ovunque perché faccia attraccare le sue navi a Trieste, perché la serata finisce, gli arrivi no». E constata un dato ulteriore: «Forse non sono le grandi navi a portare un grande indotto ma quelle medie, quelle sono il vero business che porta gente che consuma e vive i nostri locali».
E il mondo del commercio, che cosa ne pensa di questo improvviso cambiamento? Potrebbe disincentivare il passaggio di nuove navi nei prossimi mesi con a bordo ospiti pronti a spendere nei negozi della città? Antonio Paoletti, presidente di Confcommercio, si limita a dire soltanto poche parole: «Le persone comunque scenderanno a terra, quindi non vedo il problema». Niente di più, perché, dice, «è difficile dare un giudizio quando non si sanno i dettagli di un’operazione di questo tipo. Preferisco non pronunciarmi, vorrei capire invece bene come sono andate le cose».
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