Giovedì il Consiglio decide sul patto di sindacato Hera
Nel tardo pomeriggio di dopodomani, giovedì 16, il Consiglio comunale discuterà la delibera dedicata al patto di sindacato Hera. Una delibera delicata, che stamane alle 12, avanti le Commissioni II e III, avrà un secondo round di discussione e di approfondimento prima di planare in aula, alla presenza dell’assessore competente Matteo Montesano.
Riepiloghiamo sinteticamente i termini della questione. Hera, l’utility che controlla AcegasApsAmga, è governata da un patto tra i Comuni azionisti più importanti (Bologna, Modena, Ferrara, Ravenna, Imola, Rimini, Trieste, Padova ecc.), patto che oggi rappresenta il 51% dell’azienda. Alcune importanti amministrazioni comunali, però, hanno deciso di abbassare progressivamente il livello di controllo pubblico, che scenderà così nel 2018 al 38%. In questo modo aumenterà il numero di azioni “libere” dal vincolo pattizio: molti Comuni, in presenza di una situazione finanziaria resa difficile dal Patto di stabilità, potranno venderle, per sostenere i programmi di opere pubbliche.
Trieste è un’azionista importante di Hera con una quota del 4,8%: il Comune detiene quasi 72 milioni di azioni per un potenziale (oggi il titolo Hera vale 2,2 euro in piazza Affari) di oltre 150 milioni di euro. Nel 2018 potrebbe avere un terzo delle azioni “libere”, con un potenziale finanziario di 50 milioni.
Le avvisaglie del dibattito politico, in occasione della prima riunione delle Commissioni svoltasi giovedì scorso, sono apparse piuttosto polemiche. Contro il patto di sindacato, che deve passare in assemblea di Hera a Bologna martedì 28 aprile, si sono finora espressi FI, Ncd, Prc, Sel. Una opposizione trasversale che sull’attenuarsi del controllo pubblico e sulla delega al sindaco di disporre delle azioni “libere” ha motivato le ragioni del “no”.
(magr)
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