Giovanni Craglietto, la modernità sulla tela

La mostra dedicata all’artista inaugurata al Museo della civiltà istriana, fiumana e dalmata di Trieste

TRIESTE. Un amarcord del nostro ‘900, spesso intriso di poetica malinconia e dello spirito dell’avanguardia viennese, mitteleuropea ed europea, ci attende al Civico Museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmata di via Torino, dove è in corso un’interessante e preziosa rassegna dedicata al pittore istriano Giovanni Craglietto (Verteneglio 1889 - Trieste 1975). Curata da Piero Delbello e allestita dall’artista Athos Pericin, la mostra è realizzata con la collaborazione di Mario Trippari e Flavio Tossi, Flavio Portolan per le elaborazioni grafiche, Claudio Ernè per le immagini fotografiche e del Gruppo volontari Irci, che consente l’apertura al pubblico. In esposizione 150 fra disegni, acquarelli e oli, con il fine di testimoniare, così come l’accurato catalogo, la collezione dei lavori di Craglietto di proprietà dell’I.R.C.I, che già nel 2000 promosse una sua mostra a Muggia e una monografia.

A compendio dei pezzi esposti, sono stati chiesti alcuni prestiti a collezionisti privati, per meglio rappresentare il percorso creativo dell’artista, spesso ricostruito dai bozzetti all’opera finita. Alcuni lavori sono stati prestati da Maria Grazia Tossi Volsi, nipote del pittore, fratello della sua nonna paterna. E al fratello di Grazia, Flavio Tossi, presidente dell’Associazione Giuliani nel Mondo di Bruxelles, si deve l’ampia introduzione che compare in catalogo accanto a quella della presidente Irci Chiara Vigini: un’approfondita e accurata testimonianza diretta, che meglio ci fa intendere l’anima e la vita di Craglietto, suddivisa tra Trieste, Vienna, Gorizia e Verona.

Le opere in mostra abbracciano il periodo della produzione giovanile dal 1906, quando ancora frequentava la Scuola per Capi d’Arte di Trieste (in parte sotto la guida di Scomparini); il momento viennese, in cui fu presente alla Kunstgewerbeschule e all’Accademia di arti figurative, e dove, condiscepolo di Kokoschka, colse lo spirito della Secessione e del nascente Espressionismo austriaco. Seguono numerose opere del periodo goriziano (1920 - 37), in cui sono testimoniate l’amicizia con Vittorio Bolaffio e la probabile influenza reciproca sotto il profilo artistico, e dei lavori degli anni ‘40.

Anche se realizzata essenzialmente con il fine di testimoniare la collezione Irci delle opere di Craglietto, la rassegna offre tuttavia un’esemplare sintesi della sua amplissima e variegata produzione artistica, documentandone eloquentemente l’evoluzione del linguaggio nella prima metà del ‘900. Ne esce il ritratto di un pittore dalle tensioni e dalla sensibilità europea, in bilico tra cultura austro-tedesca e italiana, capace di cogliere con talento le istanze della modernità e dell’introspezione, che transitavano a Vienna, come nelle Accademie di Monaco e di Berlino, ma anche più tardi nell’Italia del Movimento milanese di Corrente (fino al 23 dicembre ogni giorno 10-12.30 e 16-18.30/ domenica 10-13.00. Info 040 639188/ fax 040 639161/ irci@iol.it/ www.irci.it).

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