Giovani, a Trieste sale la disoccupazione: in 12 mesi +10,7%
Si scrive lavoro ma si pronuncia dramma. Eccolo qua l’ennesimo report nero pece sul mercato occupazionale a Trieste. Se la città è meglio o peggio del resto del Friuli Venezia Giulia lo si saprà tra qualche giorno, lunedì, quando la Regione presenterà ufficialmente il trend dell’intero territorio. Ma se tre indizi fanno una prova, c’è poco da essere ottimisti: cassa integrazione, mobilità e giovani dicono che siamo nel tunnel. E, per restare in metafora, non vediamo nemmeno la luce.
I dati che filtrano, in attesa di lunedì, segnano un inequivocabile aumento complessivo di chi è senza un impiego: 5 mila e 800 nel 2012, 6 mila e 700 nel 2013. Novecento persone in più a casa nel giro di un anno. E si conoscono bene le difficoltà per la città ad assorbire chi è, o potrebbe trovarsi, in strada. L’emorragia investe gli uomini, da 2 mila e 700 a 3 mila e 200 (-500)e in misura leggermente inferiore anche le donne (da 3 mila e 100 a 3 mila e 500).
Sono numeri Istat, consolidati precisano dalla Regione, che danno ben l’idea su come si stanno mettendo le cose a Trieste. Piuttosto male, evidentemente. La disoccupazione (circa il 13% nel Paese) lievita: 6,1% nel 2012, 6,8% nel 2013. A incidere soprattutto i giovani, che devono fare i conti con un tasso salito al 23,25%. Era il 17,67 nel 2012. La media italiana, condizionata dal Sud, si attesta attorno al 40%.
Le fasce d’età da considerate, sono varie. La più allarmante, restando a Trieste, è proprio quella dei maturati-laureati che va dai 18 ai 29 anni e balza dal 16,1% al 26,8%. Una tendenza confermata anche se si allarga il range ai quindicenni. In negativo, seppur in modo meno marcato, pure chi è tra i 25 e i 34, che magari possono vantare nel curriculum master, dottorati ed esperienze lavorative più solide: dall’8% si passa al 10,9%. Gli unici in calo sono i 15-24enni (30,5-28,6).
Fin qui il focus sui giovani. E’ trasversale, invece, l’analisi sulla Cassa integrazione guadagni, per la quale la Regione dispone di dati Insp. In calo l’ordinaria (e in deroga, -11,2%): dalle 364.713 ore autorizzate nel 2011 si raggiungono le 653.656 del 2012, per poi tornare a scendere a 468.813 nel corso del 2013 (-28%). Ma in realtà è un meccanismo a cascata che si ripercuote sulla Cassa straordinaria, l’anticamera del licenziamento talvolta, che registra un forte incremento. Le 866.984 ore concesse nel 2011 schizzano a 798.400 nel 2012 e a 1.392.618 nel 2013.
Il quadro si fa ancora più preoccupante con gli ingressi in mobilità: in sostanza chi perde il lavoro. Stando a quanto riferisce la Regione, su fonte Ergonet che ha preso in considerazione aziende con almeno 15 dipendenti, erano 109 gli iscritti nel 2011, 232 nel 2012 e 478 nel 2013. Un raddoppio nel giro di due anni.
«La Cassa integrazione ordinaria non è aumentata - riflette il presidente di Confindustria Trieste Sergio Razeto - e questo è positivo perché significa che non ci sono nuove imprese che chiedono di usufruirne. Ma - rileva - quella straordinaria sale perché la situazione non è affatto migliorata e quindi chi era nell’ordinaria è poi passato nella straordinaria e dunque in mobilità. La città vive un momento di stagnazione, non c’è alcun miglioramento. Guardando poi alla disoccupazione - aggiunge - è chiaro che il trend deriva soprattutto dalla chiusure che si registrano nel settore commerciale, per lo più piccole imprese. Ma anche le grandi, come Wartsila, che ha in previsione di ridurre il personale, anche se questo non è ancora avvenuto. La tendenza negativa per i giovani - è l’analisi del numero uno degli industriali triestini - è collegata al fatto che le aziende hanno sfiducia e quindi preferiscono non assumere. E’ evidente che non c’è crescita. Siamo fermi».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo