Giovane afgano ripudiato da famiglia chiede status di rifugiato

Ancora minorenne era stato rapito e sottoposto, nel suo Paese d'origine, a sevizie, abusi sessuali e vessazioni di ogni genere, tutte filmate da un commando di sei persone, al fine di ottenere un riscatto dalla sua famiglia che, venuta a conoscenza della vicenda, lo aveva ripudiato e scacciato. Un giovane afgano, 17 anni all'epoca, ora appena maggiorenne, è stato così costretto a scappare dal suo Paese dove rischia la lapidazione e a cercare rifugio in Italia dove, il 4 settembre 2013, aveva avanzato richiesta di protezione internazionale alla Commissione territoriale di Gorizia. Accordatagli la protezione umanitaria, al giovane non è stato riconosciuto lo status di rifugiato. Per questo ora i suoi legali hanno proposto ricorso contro il provvedimento che «pur favorevole - sostengono gli avvocati Katia Crosilla e Massimo Borgobello - non offre la tutela più adeguata al ragazzo, la cui vita è seriamente a rischio». I legali fondano la loro richiesta anche su un presunto vizio nella traduzione delle dichiarazioni della vittima che, per la vergogna di raccontare la sua storia, ha preferito esprimersi in un inglese incerto piuttosto che nella sua lingua madre, troppo legata alla sua religione.
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