Giorno della Memoria: «Crescono razzismo e antisemitismo»
A tanti anni dall’orrore della Shoah, il Giorno della memoria serve ancora? Sì, il ricordo va rinnovato. «Purtroppo dobbiamo farlo - ha detto stamattina il rabbino capo della Comunità ebraica di Trieste Itzhak David Margalit - per onorare chi ha dato la propria vita per darci la vita. Per chi ci ha liberato e ha combattuto per liberarci, per i partigiani. Ma anche per sconfiggere il razzismo che sta aumentando in molti paesi europei, non solo contro gli ebrei, penso all'Ungheria, la Polonia, la Norvegia o la Francia. Le guerre in Africa. Dobbiamo continuare ad incontrarci in questo giorno non solo per ricordare assieme, ma perché vogliamo restare umani pur nelle differenze di religione». Le parole sono giunte dalla Risiera di San Sabba dove stamani si è tenuta la solenne cerimonia del Giorno della memoria, come ogni 27 gennaio, anniversario dell’apertura dei cancelli di Auschwitz. «Oggi siamo qui a ricordare quei drammi - ha detto il sindaco Roberto Cosolini - un'occasione per una riflessione condivisa che abbracci anche tutte le altre vittime di quella tragedia: non solo gli ebrei ma gli oppositori politici, gli omosessuali, i disabili fisici e mentali, i rom e i sinti e chi qui a Trieste parlava un'altra lingua o era di un'altra religione».
Una preghiera per i morti nella Risiera e in tutti i campi di sterminio è stata dedicata dal vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi. Nel corso della mattinata è stata anche deposta una corona alla lapide che al Coroneo ricorda l’ultimo questore italiano di Fiume Giovanni Palatucci, “Giusto tra le Nazioni”, mentre al termine della marcia silenziosa degli ex deportati è stato reso omaggio alla lapide che alla stazione centrale ricorda i convogli che partirono per i lager. Nel palazzo del Governo il prefetto Francesca Adelaide Garufi ha consegnato le medaglie d’onore del Presidente della Repubblica a italiani deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto.
Riproduzione riservata © Il Piccolo