Giorno del Ricordo, la consegna degli attestati agli esuli che scelsero Monfalcone dopo i 40 giorni titini
MONFALCONE Istituzioni, rappresentanti delle forze dell’ordine, delle associazioni combattentistiche e d’arma, ma anche decine di cittadini si sono stretti il 10 febbraio a Monfalcone attorno al monumento alle vittime delle foibe e che ricorda l’esodo da Istria, Fiume e Dalmazia in occasione del Giorno del Ricordo.
«Una giornata molto sentita a Monfalcone, che ha accolto tanti esuli e ha subito a sua volta 40 giorni di occupazione jugoslava – ha detto il sindaco Anna Cisint –. C’è stato un momento in cui c’era una sola colpa: essere italiani e per questo oggetto di una vera e propria pulizia etnica».
Pur con le restrizioni ancora imposte dall’emergenza sanitaria, l’amministrazione comunale ha voluto tenere la cerimonia davanti al cippo posto nella piccola area monumentale di via Fratelli Rosselli. «Per troppi anni ciò che è successo in Istria – ha detto Cisint – è stato colpevolmente cancellato dai libri di storia. Tanto che è stata necessaria una legge nazionale per dare dignità al ricordo di quei fatti di cui è simbolo la vicenda di Norma Cossetto. Oggi dobbiamo raccontare queste pagine di storia, soprattutto ai giovani».
Il presidente della Lega nazionale, Andrea Franco, ha letto un brano da “La foiba grande” di Carlo Sgorlon durante la cerimonia, alla quale hanno preso parte l’assessore regionale al Patrimonio Sebastiano Callari e il consigliere regionale Giuseppe Nicoli.
Alla famiglia Clappis, Mariuccia Palman, Andrea Ritossa e Sergio Fronk, che da esuli si trasferirono a Monfalcone, sono stati consegnati degli attestati di riconoscimento. La commemorazione è stata accompagnata dal picchetto d’onore della Brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli, una benedizione è stata impartita dal parroco del duomo, don Flavio Zanetti. —
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