Gioielli architettonici d’Italia. Il Magazzino vini nella top 8
TRIESTE Chissà se i costruttori dell’antico Magazzino vini avrebbero mai potuto immaginare che un edificio del 1902 pensato come deposito delle botti provenienti da Istria e Dalmazia si sarebbe potuto evolvere, un secolo dopo, in una realtà così riconoscibile e all’avanguardia dal punto di vista architettonico da essere considerata fra le più belle nuove realizzazioni inaugurate nel 2017 in Italia. Merito del proprio contenuto innovativo e della capacità di modificare lo skyline della città, al pari di un grattacielo, un nuovo centro direzionale o una stazione ferroviaria, scrive Corriere Innovazione, l’inserto del Corsera dedicato all’avanguardia nei più svariati campi della tecnica, dell’economia e del sapere.
Il progetto affidato allo studio Archea Associati gode dunque fuori regione di una considerazione forse non posseduta fra i triestini, se il giornale ha deciso di inserirlo tra «le più belle nuove architetture italiane inaugurate nel 2017». Come spiega l’articolo, la sede voluta da Eataly per il suo sbarco in città è stata realizzata attraverso un progetto di recupero che colpisce per la scelta di realizzare un contenitore commerciale del tutto nuovo, conservando però le pareti esterne dell’antica struttura e «scavando al suo interno un ulteriore edificio etereo e traslucido completamente indipendente».
Secondo l’inserto del Corriere, «lo stacco fisico tra il nuovo “manufatto” e il paramento storico consente di realizzare uno spazio posto tra interno ed esterno di grande suggestione, interamente rivestito in pietra d’Istria». Piace dunque la rivisitazione dell’edificio disposto lungo riva Tommaso Gulli, oggi teatro dell’enogastronomia made in Italy e un tempo magazzino dotato di un ingegnoso sistema di annaffiatura ad acqua, che permetteva di mantenere una costante temperatura interna, fondamentale per la conservazione del vino. Innovazione anche quella, come innovazione è oggi il progetto dell’architetto fiorentino Marco Casamonti, co-fondatore di Studio Archea e docente dell’Università di Genova, che ha regalato a Trieste uno dei suoi affacci più belli sul mare, ma anche un’architettura fatta di pietra, acqua e vetro, uniti all’ingegno e alla perseveranza che sono serviti a scavare nel mare per conquistare ulteriori spazi, che ora sul mare sono letteralmente sospesi.
L’elenco delle migliori inaugurazioni stilato dal Corriere cita per prima la nuova torre di City Life a Milano, disegnata da Zaha Hadid Architects. Si tratta della sede di Generali: un grattacielo di vetro da 170 metri che si sviluppa verticalmente con un movimento di torsione. Lo stesso studio firma la nuova stazione dell’alta velocità ad Afragola (Napoli): 30mila metri quadrati collocati a ponte sopra i binari. Di Cino Zucchi Architetti è invece il neonato centro direzionale di Lavazza a Torino, chiamato pure lui Nuvola, con la facciata curva e un sistema di oscuramenti capace di filtrare i raggi di sole troppo vivi e sfruttare invece al massimo la scarsa frazione solare con cattive condizioni meteo. L’avanguardia architettonica in provincia sta anche a La Spezia e più precisamente nella locale biblioteca civica, ricavata da un deposito tranviario e capace di unire in contrasto il vecchio edificio con nuovi volumi.
Per le soluzioni interne spicca poi il palazzo della Fondazione Agnelli a Torino, dove l’architetto Carlo Ratti ha creato ambienti di coworking capaci di mutare in pochi minuti e dotati di centinaia di sensori digitali, in grado di monitorare la posizione delle persone nell’edificio, la temperatura in ogni stanza, la concentrazione di anidride carbonica e la disponibilità delle sale riunioni. Non manca infine l’edilizia pubblica, con il Nuovo polo scolastico di Cernusco sul Naviglio (Milano): edifici rivestiti di legno, uso potente del colore e impiego dell’acqua piovana per gli scarichi igienici e l’irrigazione di giardini, e tetto verde termoisolante. Citata infine nella “top 8” la sede Arpa di Ferrara, progettata da Mario Cucinella Architects.
Per quanto riguarda il Magazzino vini, tutto è bene quel che finisce bene, ma non era scontato dopo il complesso iter che ha preceduto l’operazione di restauro. Il progetto di Casamonti era pronto dal 2007 e ci sono dunque voluti dieci anni, fra intoppi burocratici e fase realizzativa, per rompere gli indugi sulla destinazione d’uso e sottrarre l’edificio non solo al suo abbandono ma anche al rischio di abbattimento. Ne sono risultati quattro livelli, di cui i primi due interrati, per un totale di oltre 5mila metri quadrati e 25 milioni di investimenti. La Fondazione CrTrieste aveva acquistato il rudere per 3 milioni nel 2005 dalle Coop, volendo realizzarvi il mai nato centro congressi. Poi l’invito del Comune a puntare sull’ambito commerciale e la lunga riflessione sulla possibilità di realizzarvi il Parco del mare. Infine lavori cominciati senza la definizione dell’utilizzo finale, affidato in corso d’opera a Eataly, che dal gennaio scorso ne ha fatto il suo primo punto vendita a Nordest.
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