Gioco d’azzardo a Gorizia, bruciati 1.031 euro a testa
Sta diventando una piaga, una vera e propria dipendenza. Che, in Italia, colpisce 700mila persone, il doppio di quante vengono seguite quotidianamente dai Sert per tossicodipendenza o abuso di alcol. Ci riferiamo ai “malati” di gioco d’azzardo: in una città che confina con la piccola Las Vegas (Nova Gorica), sono tanti, troppi, in costante e pericoloso aumento.
Statistiche
preoccupanti
A confermarlo le statistiche che si rifanno ai dati del Ministero delle finanze, dell’Aams e dell’Agicos e che tengono conto soltanto di lotto, superenalotto, lotterie, gratta&vinci (il cui concessionario è lo Stato) e non considerano i casinò sloveni dove, comunque, l’afflusso di goriziani e isontini è notevole. Eppure, nonostante i numeri siano parziali, il quadro che è emerge è alquanto preoccupante. Nell’Isontino si gioca di più rispetto alle altre province della regione: siamo trentatreesimi in Italia con 1.031 euro “bruciati” in un anno sull’altare del gioco d’azzardo. Chiaramente, si tratta della media del pollo di trilussiana memoria: pertanto, c’è chi non ha giocato nemmeno un centesimo e chi, invece, si è rovinato la vita tentando la fortuna. Complessivamente, in un anno, si giocano oltre 140 milioni di euro in provincia di Gorizia. E, molte volte, tutte queste persone finiscono con l’ingrossare le fila dei soggetti in difficoltà, che non riescono nemmeno più a pagare le bollette e sono continuamente nel mirino di Equitalia e delle società di riscossione.
Utile il confronto con il resto della regione: Udine si piazza in Italia al 69mo posto con 866 euro giocati a persona che diventano, in tutto, 455 milioni e rotti. Poi, c’è Pordenone che, con 838 euro giocati a testa (246 milioni il dato complessivo), si piazza 72ma in Italia. Buona ultima in regione è Trieste con 816 euro pro capite bruciati nel gioco d’azzardo (complessivamente 195 milioni) che le valgono il 75mo posto nella classifica del Belpaese. Dunque, stando alle statistiche ministeriali, è proprio nella nostra provincia che si è sviluppato maggiormente il germe del gioco e dello sfidare la sorte a tutti i costi.
Il convegno
delle Acli provinciali
Consapevoli degli effetti sociali di questa autentica piaga, le Acli provinciali, in collaborazione con le Acli del Friuli Venezia Giulia, hanno promosso un convegno pubblico dal titolo “Gioco d’azzardo: malattia sociale”. Si svolgerà nel tardo pomeriggio di oggi alle 18 nella sala parrocchiale San Rocco.
Ad introdurre i lavori sarà Silvia Paoletti, presidente provinciale delle Acli di Gorizia e don Paolo Zuttion, direttore della Caritas diocesana. Seguiranno le relazioni di Antonio Russo, responsabile nazionale Acli del dipartimento legalità che parlerà de “I costi sociali del gioco d’azzardo”; Anna Martini, presidente regionale Cnca e portavoce per il Friuli Venezia Giulia del comitato “Mettiamoci in gioco”, la quale affronterà il tema “La società civile si mette in gioco contro il gioco d’azzardo”; Rolando De Luca, psicologo e psicoterapeuta, responsabile del centro di terapia per ex giocatori d’azzardo e le loro famiglie di Campoformido che cercherà di rispondere alla domanda: “Dal gioco d’azzardo si può guarire?”.
Nei panni del moderatore Silvio Razza, responsabile dipartimento politiche familiari Acli del Friuli Venezia Giulia. Seguirà un dibattito. L’incontro è aperto a tutti.
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