Giassico, il borgo della Mitteleuropa dimenticato da tutti

Fino a pochi anni fa la frazione di Cormons pullulava di vita grazie alla Festa dei popoli, che richiamava migliaia di persone. Ora non rimane che il silenzio di un paesino “dimenticato” da tutti, con meno di cento abitanti
Uno scorcio della chiesetta di Giassico
Uno scorcio della chiesetta di Giassico

CORMONS. C'era una volta un centro attivo e pieno di vita soprattutto nel periodo ferragostano, in occasione delle indimenticabili Sagre paesane e soprattutto della Festa dei popoli della Mitteleuropa. C'è oggi un borgo con meno di cento abitanti che pare immerso in una fiaba senza tempo, sia per la bellezza e il silenzio che mozzano il fiato, sia perché l'uomo pare essersene dimenticato. Stiamo parlando di Giassico, frazione che dista dal capoluogo Cormons meno di tre chilometri, ma dal quale pare sia separato da anni luce di distanza: alla frenesia, ai rumori e ai bar pieni di gente del capoluogo fa da contraltare questa manciata di case sospese tra un passato fulgido e vivo, e un presente fatto di totale distacco da quel mondo frenetico e in continua evoluzione che scorre lungo la regionale tra Corno di Rosazzo e Brazzano.

A rappresentare l'immutata bellezza del borgo c'è il suo caratteristico broilo, un simbolo del cambiamento avvenuto a Giassico negli ultimi tempi: di proprietà di una famiglia i cui terreni sono limitrofi alla costruzione, fino a 5 anni fa era la sede della Festa dei Popoli della Mitteleuropa, ma da quando la manifestazione del patron Paolo Petiziol è trasmigrata prima a Cormons e poi a Gorizia le sue porte non si sono più aperte, e Giassico è diventata un po' meno conosciuta, e forse anche per questo un po' più affascinante. Inoltrarsi nel borgo, tuttora pieno di fiori colorati, è un'esperienza quasi ascetica: tutto sembra essersi fermato, tutto sembra lontano. Anche troppo.

Musica nel "broilo" durante un'edizione della Festa dei popoli della Mitteleuropa
Musica nel "broilo" durante un'edizione della Festa dei popoli della Mitteleuropa

«La volontà di svolgere nuovi eventi nel broilo c'è - spiega il sindaco Luciano Patat - ma tra il dire e il fare c'è di mezzo davvero un mare: a parte che la proprietà dell'area non è nostra, ma per poter riutilizzare l’area servirebbe il lavoro volontario di qualche associazione composta da un bel gruppo di persone che rianimi l'intera zona. Si può pensare di spostare qualche evento culturale in quell'area, ma oltre alle persone servono anche leggi meno ferree: il broilo, infatti, ha una sola entrata che funge anche da uscita. E per le attuali leggi in materia di sicurezza, per svolgere una manifestazione pubblica l'area deve essere attrezzata con un'uscita alternativa. Che evidentemente non c'è, e le mura non possono certo essere bucate».

Fino a quando è stato possibile, però, il broilo è stato la sede della Festa dei Popoli e della Sagra organizzata a partire dal 1974 dall'associazione culturale e ricreativa di Giassico. Una vera e propria potenza umana all'epoca visto che contava una sessantina di volontari, la cui stragrande maggioranza oggi non c'è più e non è stata sostituita. «E questo è il motivo principale del fatto che le feste organizzate nel broilo oggi non si tengano più perché serve uno sforzo umano non indifferente per svolgere iniziative di richiamo - sottolinea l'ex presidente del sodalizio Antonio "Quarin" Bon - anche se la scelta di spostare la Festa dei Popoli prima a Cormons e poi a Gorizia è stata del patron della manifestazione Petiziol: all'epoca i volontari c'erano ancora. Non molti come una volta, ma c'erano ancora, e avevamo avvertito Petiziol: da altre parti magari la kermesse potrà ricevere più sovvenzioni, ma è a Giassico che ha anima, forza e materiale umano su cui può effettivamente reggersi. Infatti senza il lavoro instancabile dei nostri volontari ha perso lo smalto iniziale, e già da due anni ormai non si tiene più».

Gli organizzatori s'arrendono: niente festa mitteleuropea
Bumbaca Gorizia Festa dei Popoli

Un lavoro volontario che ha portato anche solidarietà nei decenni. «Dal 1974, quando abbiamo iniziato a organizzare la festa paesana - ricorda Bon - abbiamo raccolto diversi milioni di lire che abbiamo distribuito tra una quindicina di enti e associazioni tra cui i donatori di sangue e la Casa Santa Maria della Pace di Medea. Giassico è sempre stata una fonte di beneficenza per chi faceva del bene al prossimo: abbiamo aiutato anche il paese terremotato di Forgaria, dove abbiamo costruito ex novo una struttura che ospitava gli sfollati».

C'è un'anima forte, dunque, che continua ad aggirarsi per la Giassico deserta e stupenda di queste giornate estive. È la voglia dei suoi abitanti di mantenere il borgo quella chicca di splendore che una volta era ostentata, e oggi trova nella sua discrezione e riservatezza una gemma. «Stiamo cercando di curare Giassico quanto più possibile - spiega l'assessore Paolo Nardin - ma c'è il Patto di stabilità che non ci aiuta: è pronto un progetto che riqualifichi il campanile della chiesa. Idem per il progetto di rifacimento dell'illuminazione pubblica in alcuni punti del borgo, così come per la realizzazione di un marciapiede. Il broilo? Non è una struttura pubblica, ma sappiamo che qualche tempo fa c'era chi hs proposto un maneggio al suo interno. Ma non se n'è poi fatto nulla».

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