Giardini “off limits”, il sindaco Cosolini tira dritto
TRIESTE Le critiche, dopo la scelta di vietare l’accesso ai giardini inquinati, non sono mancate. Roberto Cosolini però tira dritto. E rilancia pure, annunciando la nascita di una “task force” con i tecnici dell'Arpa per accertare l’origine dei veleni di piazzale Rosmini. Il benzopirene, il benzoantracene, il benzofluorantene, il benzoperilene e l'indenopirene trovati nelle aiuole del giardino rionale in misura di gran lunga superiore ai limiti di legge, saranno confrontati con le particelle che si depositano nel suolo di Servola. In questo modo sarà possibile capire se c'è una correlazione tra le sostanze del piazzale e quelle prodotte dalla Ferriera, e stabilire una volta per tutte se ad “intossicare” il giardino è stato o meno lo stabilimento siderurgico.
L'esito dell'indagine sulle due campionature sarà reso noto indicativamente entro il 20 maggio. In questo momento Cosolini si sente di escludere responsabilità dirette per l’impianto di Servola, ma la clamorosa vicenda è già precipitata nel tritacarne elettorale tanto che il primo cittadino ieri mattina ha convocato d’urgenza una conferenza stampa insieme all'assessore all'Ambiente Umberto Laureni per ribattere alle critiche e spiegare le proprie posizioni. A partire dalla quasi matematica certezza che la “colpa” non sia dell'industria, innanzitutto. Lo confermerebbero i dati sulle rilevazioni condotte in altre parti di Servola: in via Norma Cossetto, nella aiuole spartitraffico della Grande viabilità e di piazzale Atleti Azzurri d'Italia nei pressi dello stadio e nel giardino pubblico di Valmaura. In nessuno di questi punti l'Arpa ha riscontrato contaminazioni preoccupanti. Tutto in regola, fuorché la Pineta "Stefano Miniussi" di via di Servola che ha registrato valori oltre i limiti, ma comunque più bassi di piazzale Rosmini.
«Sono il primo sindaco a fare un'indagine del genere per sapere se ci sono ricadute sul suolo dovute alla Ferriera - afferma -. L'ho fatto a tutela dei cittadini. C'è stata un'iniziativa attiva di questa amministrazione che ha chiesto e sollecitato le analisi, estendendole ad altre parti della città (come nel giardino pubblico di via Giulia e nello stesso piazzale Rosomini, ndr) in modo da avere un quadro preciso. Teniamoci ai dati: gli elementi che abbiamo in mano ci portano a dire che l'inquinamento di quel piazzale potrebbe avere diverse cause». Cioè non la Ferriera. Tradotto: se le rilevazioni di cui finora si dispone su Servola (appunto in via Norma Cossetto, nelle aiuole sparti traffico della Grande viabilità e di piazzale Atleti Azzurri d'Italia e nel giardino di Valmaura) dicono che nel terreno non ci sono tracce allarmanti di idrocarburi di provenienza industriale (ma nella pineta “Miniussi” sì), come è possibile che piazzale Rosmini, ben più lontano, sia avvelenato dalla Ferriera? «Non esiste l'effetto “jump”. Non è che l'inquinamento faccia i salti - aggiunge il sindaco -. Presto avremo l'accertamento effettivo, ma disporremo pure di altri campionamenti che ho chiesto in aggiunta a quelli già eseguiti. È chiaro che se anche le altre misurazioni a Servola si confermassero negative, la conclusione non potrebbe che essere una: le contaminazioni di piazzale Rosmini hanno origini diverse. Con una situazione più a macchia di leopardo, invece, bisognerà andare ancora più a fondo. Lo stiamo facendo, ma ricordo anche che potremmo essere di fronte a un fenomeno molto comune nei centri urbani, per effetto di tre fattori inquinanti. Il traffico, il riscaldamento e le industrie. Ma lo scopriremo a breve».
Finora si è pensato a materiale da risulta utilizzato durante il governo alleato. Ma lo stesso Laureni ieri in conferenza stampa ha dubitato che lo strato superficiale del terreno sondato, in cui è stata rintracciata la contaminazione, sia oggi lo stesso di sessant'anni fa. «Dubito come lei», ha affermato rispondendo alla domanda di un giornalista. Mistero, dunque.
Cosolini infine ha fatto luce sulle tempistiche dell'operazione. In effetti le analisi sui vari siti erano pronte già a febbraio, mentre l'ordinanza di divieto del sindaco risale ad appena qualche giorno fa. Due interi mesi prima di intervenire? «Ho chiesto indicazioni tecniche sulle misure da adottare - precisa - perché è chiaro che non posso sottrarmi a una misura a tutela della salute, ma questa misura deve essere proporzionata alla situazione e la proporzione me la danno Arpa e Azienda sanitaria. Appena ha avuto in mano tutto, ho firmato l'ordinanza».
Ora nel giardino è vietato accedere alle aree verdi. In caso di bonifiche del terreno la giunta comunale prevederà uno stanziamento apposito a bilancio.
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