Giardini inquinati, genitori in allarme VIDEO

Stupore in via Svevo e via Praga: «Siamo preoccupati». Al don Chalvien gli insegnanti hanno delimitato da soli le aree
Il giardino della scuola Biagio Marin a Servola (Lasorte)
Il giardino della scuola Biagio Marin a Servola (Lasorte)

TRIESTE. Il nastro rosso e bianco davanti al giardino contaminato l’hanno messo loro, gli insegnanti, ieri mattina. Hanno sistemato pure le panchine piccole, quelle dei bimbi, per delimitare l’area. In quell’altra, quella con i giochi, nuova di zecca, hanno semplicemente chiuso il cancello. «Non è venuto nessuno del Comune, ci siamo arrangiate da sole», dice una maestra. All’asilo di via Svevo, il don Chalvien, ora devono convivere con il benzo(a)pirene e chissà quali altre sostanze tossiche di cui è pieno zeppo il terreno. E chissà fino a quando, per quanto tempo. Nel cortile c’è già una centralina dell’Arpa che misura l’inquinamento dell’aria. D’altronde a qualche centinaio dei metri c’è la Ferriera.

 

I giardini di Trieste chiusi per inquinamento

 

La struttura di via Svevo è una dei due istituti scolastici, insieme alla Biagio Marin di via Praga a Servola, che figura nell’elenco dei sette siti giudicati inquinati da Arpa, Azienda sanitaria, Regione e Comune. Nell’ordinanza del sindaco che vieta l’accesso alle aree verdi è finito, come noto, pure il giardino pubblico di via Giulia. I genitori, comprensibilmente sul chi va là, hanno saputo tutto leggendo le notizie sui giornali. «Qui da noi alla Chalvien nessuna comunicazione, forse perché è successo tutto ieri», spiega una mamma. Il figlioletto è lì, insieme ad altri compagni, che corre sulla ghiaia del cortile. Sono una cinquantina i bimbi del nido, settantacinque della materna. Forse qui se l’aspettavano di trovarsi il suolo inquinato, dopo i prelievi di terra di un mese e mezzo fa.

 

La mappa dei giardini esaminati: in rosa quelli con valori oltre il limite, in blu quelli non inquinati
La mappa dei giardini esaminati: in rosa quelli con valori oltre il limite, in blu quelli non inquinati

 

«Certo - osserva Lara Colonni - non portiamo più i nostri figli tranquillamente. Sono sicura che il problema è la Ferriera, io una settimana e mezzo fa ero in piazza a manifestare. Ma non la chiuderanno mai». La signora Erica Schercich segue il discorso e annuisce: «Nessuno ci ha avvertiti e ci stiamo domandando dove fare la festa di fine anno. La faremo all’aperto, sulla ghiaia, stando attente che i bambini non mettano i piedi sull’erba? Pazzesco, abbiamo aspettato così tanto per avere questo asilo». Maddalena Crasmaru, mamma di un bimbo di cinque anni, è preoccupata: «Come si può stare in un asilo senza uno spazio verde? I nostri figli hanno bisogno di muoversi».

 

Salgono a sette le “oasi” inquinate. Maglia nera al Giardino pubblico
Una mamma con bimbo e cane al seguito nel Giardino Pubblico di via Giulia

 

Federico Godas è un giovane papà: «Io e mia moglie abitiamo poco distanti - racconta - e abbiamo messo nostra figlia qui per comodità, ma se avessimo potuto avremmo scelto certamente un altro posto, non di sicuro sotto la Ferriera». Anche la signora Laura Mancinelli, che ieri all’una è venuta a prendere il nipotino, non sapeva nulla del provvedimento. Tanto meno delle zone transennate: «Pure qua hanno trovato inquinamento?», domanda. «È lo stesso di piazzale Rosmini? Non siamo felici di questa situazione, ma d’altronde qua dobbiamo convivere con l’inquinamento. Cosa possiamo fare?».

All’interno del cortile nei prossimi giorni compariranno anche alcuni cartelli con il divieto di calpestare le aiuole. All’esterno della scuola elementare Biagio Marin di Servola, invece, ieri è stata affissa una circolare. «A seguito dell’incontro avvenuto martedì pomeriggio con gli assessori - si legge - si informa che a titolo precauzionale non è consentito l’accesso ai giardini. Gli alunni potranno utilizzare tranquillamente il cortile e le parti cementate o rivestite di tartan».

L’assessore all’Infanzia Antonella Grim sta seguendo passo dopo passo il passaggio di informazioni: «Ci siamo mossi subito convocando i responsabili scolastici non appena è stata formalizzata la decisione del sindaco - afferma - lo abbiamo fatto già mentre si stava svolgendo la conferenza stampa l’altro giorno. È una decisione precauzionale per fare in modo che i bambini non calpestino quelle aree. Incontreremo anche genitori e personale».

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