Giardini inquinati a Trieste: scattano le bonifiche

Si parte dalla scuola dell’infanzia di via Svevo e dalla Biagio Marin di Servola. Negli altri siti verranno utilizzate le “super piante”. Appalto da 350mila euro
Lasorte Trieste 23/05/16 - Via Marco Praga, Servola, Scuola Biagio Marin
Lasorte Trieste 23/05/16 - Via Marco Praga, Servola, Scuola Biagio Marin

TRIESTE Tra un mese partono i lavori per bonificare due dei sette giardini inquinati. Quello che sembrava un bubbone irrisolvibile, scoperto quasi per caso nella primavera dell’anno scorso dall’ex giunta Cosolini, ora ha un progetto, dei soldi e una data segnata sul calendario. Gli interventi cominciano negli spazi verdi delle due scuole dove sono state rinvenute le contaminazioni, il “don Chalvien” di via Svevo e la “Biagio Marin” di via Praga a Servola. L’operazione prenderà il via non appena si concluderà l’anno scolastico, dunque prima dell’estate.

 

I giardini di Trieste chiusi per inquinamento

 

Fatto questo, si passerà al fitorimedio: le “super piante” capaci di assorbire i veleni. Verranno seminate in tutte le altre superfici in cui sono state trovate le sostanze cancerogene, a cominciare dal “de Tommasini” di via Giulia. È di ieri pomeriggio la riunione dei dirigenti comunali con i tecnici dell’Arpa che ha stabilito gli ultimi dettagli di uno dei due appalti.

 

Giardini inquinati, dalla Regione 350mila euro per la bonifica
Transenne nei giardini inquinati di Trieste

 

Il piano L’Istituto superiore di sanità, come conferma l’assessore all’Ambiente Luisa Polli, ha approvato il progetto preparato da Comune, Regione, Arpa, AsuiTs e Provincia. È il tavolo tecnico sorto per risolvere il problema dell’inquinamento riscontrato un anno fa su sette dei dodici giardini che erano stati presi a campione dall’ex giunta Cosolini per accertare l’impatto della Ferriera sul suolo. Si tratta di piazzale Rosmini, del Miniussi di Servola e del “de Tommasini” di via Giulia, il polmone verde della città. E, ancora, di due scuole dell’infanzia ed elementari che si trovano a Servola: il “don Chalvien” di via Svevo e la “Biagio Marin” di via Praga. Sempre nello stesso rione, compaiono pure i cortili della chiesa San Lorenzo e dell’Associazione amici del presepio in via dei Giardini.

In queste aree verdi l’anno scorso sono spuntate contaminazioni elevate di benzopirene, benzoantracene e benzofluorantene e altre sostanze potenzialmente cancerogene. Ottenuto il via libera dell’Istituto superiore di sanità, il tavolo tecnico darà mandato al Comune di avviare i lavori. Il municipio intende procedere con un doppio appalto per un totale di 350mila euro: uno per le scuole, dove andrà risanato il terreno, e l’altro per il resto dei giardini. Lì, come detto, andranno seminate le piante in grado di assorbire le sostanze.

 

 

Le scuole Si comincia con i giardini della “don Chalvien” di via Svevo e della “Biagio Marin” di via Praga, considerati i più sensibili perché ci giocano i bambini. Sarà indispensabile rimuovere le zolle avvelenate sostituendole con terra pulita. Sono 15-20 centimetri di profondità da rimpiazzare. I lavori partiranno non appena si concluderà l’anno scolastico, quindi a metà giugno. Il Comune, fa sapere il direttore dei Lavori pubblici Enrico Conte, conta di chiudere il tutto entro la fine di agosto, cioè prima che i bambini ritornino a scuola.

Il fitorimedio Il fitorimedio, vale a dire la semina delle piante speciali, sarà adottato in tutti gli altri siti non appena concluse le operazioni nelle due scuole: in piazzale Rosmini, al Miniussi di Servola e al “de Tommasini” di via Giulia, oltre che nei cortili della chiesa San Lorenzo e dell’Associazione amici del presepio in via dei Giardini. Si tratta di una sperimentazione alla quale ha collaborato anche l’Università.

 

 

Ma per il Giardino pubblico di via Giulia si prevede anche la piantumazione di un manto erboso nei punti maggiormente utilizzati dai bimbi, cioè le aree gioco. «La finalità - ricorda Conte - è impedire il contatto con il terreno inquinato, come indicato dall’Istituto superiore di sanità».

Il monitoraggio Non finisce qui. L’Istituto superiore di sanità, l’AsuiTs e l’Arpa hanno chiesto al Comune di Trieste un piano di monitoraggio delle aree interessate dai lavori. Non basterà dunque bonificare o punteggiare il suolo di piante speciali, ma sarà necessario anche accertare se nelle superfici trattate il terreno continui a subire contaminazioni o meno.

Inquinamento che, come per il Giardino pubblico di via Giulia, potrebbe essere causato dal traffico. O dalla Ferriera, come nel caso dei punti più vicini allo stabilimento. Saranno installati, a questo proposito, alcuni “deposimetri”, strumenti in grado di intercettare eventuali alterazioni del terreno.

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