Gianna e Remigio lasciano il loro tempio del tabacco che ospitò la pipa di Pertini

la storia
Luigi Murciano / GRADISCA
Una storia – quasi centenaria – si conclude. Un’altra però inizia e accetta la sfida di dare continuità a chi l’ha preceduta. Sono i giorni del cambio della guardia, a Gradisca, per la storica Tabaccheria di Gianna e Remigio, in via Papalina. Un’attività che nella Fortezza è un’istituzione giunta alla terza generazione di titolari da parte di lei, Gianna Vit, e condotta con stile e maestria riconducibili a lui, Remigio Brumat, raffinato “signore del tabacco”. Raggiunta la meritata pensione, Gianna e Remigio – coadiuvati negli anni dalla preziosa collaboratrice Nicoletta Finesso – hanno trovato un erede nel gradiscano (d’adozione) Ezio Silvestri. Scongiurando il rischio che l’esercizio potesse perdersi per sempre.
Eh sì, perché quella di Gianna e Remigio non è una tabaccheria come le altre. La rivendita n. 9 è stata un tempio per i cultori del sigaro e della pipa, accolti dal gran cerimoniere Brumat con competenza e savoir faire. Il suo humidor ha ospitato selezioni di tutti i Paesi produttori di Avana. E facendosi conoscere ben oltre i confini regionali, tanto da venire premiata a inizio anni Duemila fra le prime 6 tabaccherie d’eccellenza in Italia per la qualità e varietà dei suoi prodotti dedicati al piacere del “fumo lento”. Era il 1971 quando Gianna, ereditando l’attività avviata dai nonni Gemma e Giovanni nel 1923 e poi portata avanti dalla madre Lina, ha avviato assieme al suo Remigio la rivendita, allora sita in via Garibaldi. Insieme di anni di attività ne hanno messi altri 49.
Brumat, come un rituale al termine del servizio militare, è iniziato al fumo della pipa e ne rimane ammaliato. Studia, si aggiorna, scrive sulle riviste più qualificate del settore. E fonda il “Club della Pipa” che, assieme all’allora Azienda per il Turismo, riesce nell’impresa di organizzare delle mostre a tema. Il cimelio più prezioso? Una delle leggendarie pipe di Sandro Pertini, che gliele affida temporaneamente con tanto di lettera autografa. Nell’immaginario di tutti, la partita a carte fra il Presidente della Repubblica e il ct Enzo Bearzot dopo i trionfali Mondiali di calcio di Spagna ’82. Quella lettera è stata gelosamente conservata per anni nel “cuore” invisibile della tabaccheria, il salottino al piano interrato ove Remigio – e soltanto lui– conduceva i clienti. Un luogo che ospitava i tesori nascosti della rivendita: accessori eleganti e ricercati, pipe da collezione, sigari rari e pregiati.
«Quasi non ce ne rendiamo conto ma è giunto il momento del riposo – dicono –. I ricordi sono tanti e affioreranno sicuramente, ci consola che questa bella storia non si conclude ed è affidata ad un concittadino». Silvestri, noto come “Me Agna” e un’esperienza da tabaccaio a Trieste, non snaturerà il “santuario” di via Papalina. Una volta a pieno regime, accanto ai prodotti tradizionali e quelli cari al suo predecessore, punterà anche su una piccola bottiglieria con prodotti di qualità. —
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