Giallo di via Fabio Severo a Trieste, eseguita l’autopsia sulla donna, attesa per l’esame tossicologico
TRIESTE È stato eseguito lo scorso martedì l’esame autoptico sul corpo di Zhanna Russu, la 45enne ucraina trovata senza vita il 17 agosto sulle scale del sottotetto della palazzina di via Fabio Severo 20, dove abitava con i figli e altri connazionali.
A dirigere le indagini è il pm Pietro Montrone – a breve al timone della Procura di Pordenone – che ha affidato la perizia medico-legale al professor Stefano D’Errico, direttore di Medicina legale dell’Asugi.
Il corpo – come ausiliari per gli esami sono stati nominati il radiologo Manuel Belgrano e il tossicologo Riccardo Addobbati – è stato prima sottoposto alla Tac per verificare se vi siano delle lesioni, e poi ad autopsia, con il prelievo dei campioni utili all’esame istologico e tossicologico.
Non appena saranno pronti gli esisti dell’esame tossicologico, verrà stesa la relazione peritale che fornirà alla Procura gli elementi utili per fare maggiore chiarezza sulla morte della donna.
Qualcuno ha fatto del male a Zhanna Russu, oppure la donna ha avuto un malore ed è caduta sulle scale? C’è poi il particolare della sua borsetta, trovata a terra, con alcuni effetti personali sparpagliati accanto. Se non venisse riscontrata l’azione di terzi sul corpo, una delle ipotesi è che a seguito della caduta la borsa, già aperta, sia finita sulle scale e così alcuni degli oggetti che si trovavano all’interno siano scivolati fuori.
I carabinieri, che stanno raccogliendo altri elementi utili alle indagini, accanto al corpo hanno trovato sia il portafogli sia il telefono cellulare, che potrà a sua volta fornire alcuni elementi utili a ricostruire le ultime ore di vita di Zhanna Russu, le sua abitudini, le sue frequentazioni, le sue ultime telefonate.
Una prima ispezione sul corpo non aveva rilevato segni particolari, non c’erano ferite, segni di strangolamento.
Una chiave di lettura importante potrebbe arrivare dall’esame tossicologico, considerando che dalle testimonianze raccolte emerge la 45enne faceva uso di farmaci e aveva problemi di alcol. Aveva assunto dei farmaci che, presi magari in dose eccessiva, hanno causato un malore?
Russu era arrivata in Italia, dall’Ucraina, circa un anno e mezzo fa con due figli, un maggiorenne e una bambina. La famiglia era stata prima presa in carico dalla Fondazione Luchetta e quindi, da circa un mese e mezzo, dall’Ics. Lavorava all’hotel Sonia tramite una coooperativa.
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