Giallo di Trieste, Sebastiano si racconta: «Ecco la vera Liliana, la mia donna di cuori»

Il calendario fermo al 14 dicembre, le calze di lana sul letto, i libri di Oriana Fallaci. La Liliana della quotidianità svelata dal marito: «Resterò qui, e lei sarà con me»
Laura Tonero
Il marito Sebastiano mostra la donna di cuori dedicata a Lilly che lui conserva a casa. Foto di Francesco Bruni
Il marito Sebastiano mostra la donna di cuori dedicata a Lilly che lui conserva a casa. Foto di Francesco Bruni

TRIESTE

Il piccolo calendario perpetuo in legno, adagiato sulla credenza della cucina, s’è fermato al 14 dicembre del 2021.

Il calendario fermo alla data del 14 dicembre, giorno della scomparsa di Liliana. Foto Bruni
Il calendario fermo alla data del 14 dicembre, giorno della scomparsa di Liliana. Foto Bruni

Liliana Resinovich, quel maledetto martedì mattina, l’aveva aggiornato. Come faceva ogni giorno. Poi, apparecchiata la tavola, preparato il caffè e l’abbondante colazione salata che con il marito era solita consumare, aveva suonato uno dei suoi campanellini.

Giallo di Liliana, Sebastiano racconta al Piccolo di Trieste la sua "donna di cuori"

«Era il suo modo per avvisarmi che era pronto e che mi dovevo affrettare per trovare il caffè caldo», ricorda Sebastiano Visintin, accogliendo taccuino e macchina fotografica del Piccolo a casa sua, in quello che è stato il “nido d’amore” della coppia. Sul tavolo è appoggiata una carta da gioco, presa da un mazzo da poker. Con una dedica: «Lilly, la mia donna di cuori».

Il marito Sebastiano mostra la donna di cuori dedicata a Lilly che lui conserva a casa. Foto di Francesco Bruni
Il marito Sebastiano mostra la donna di cuori dedicata a Lilly che lui conserva a casa. Foto di Francesco Bruni

In quell’appartamento di via Verrocchio tutto, in effetti, parla ancora di Lilly. Sembra che possa rincasare da un momento all’altro. I suoi giubbotti sono ancora appesi all’attaccapanni all’ingresso, così come la sua vestaglia è sistemata in camera, accanto al suo comodino. Lei dormiva sul lato destro del letto. Il suo cuscino è lì, intonso. Sopra, le babbucce in lana che usava indossare per scaldarsi i piedi.

Le calze di lana sul letto. Foto Bruni
Le calze di lana sul letto. Foto Bruni

«Quando entro in casa sento un vuoto angosciante: io la aspetto ancora, sogno ancora di vederla tornare, lei è qui con me», ammette Sebastiano. Lilly è diventata celebre, suo malgrado, da quando non c’è più. Non si può raccontare. Devono, o dovrebbero farlo gli altri, ma c’è un mistero che fa passare in secondo piano la “donna” rispetto al “personaggio”.

Alcune foto del passato raccolte in una sorta di “collage” fotografico. Foto Bruni
Alcune foto del passato raccolte in una sorta di “collage” fotografico. Foto Bruni

Liliana Resinovich nasce a Trieste il 26 aprile 1958. La madre casalinga, il padre portuale. «Un gran lavoratore», sottolinea Sebastiano, omettendo però di dire che quel papà ha allora un brutto vizio: quello del gioco. Una piaga che ha peserà non poco sulla sua famiglia. Lilly ha un fratello maggiore, Sergio. A 16 anni, finito il corso come dattilografa, e trova subito il suo primo lavoro all’amministrazione stabili Spagnul.

In casa c’è bisogno di dare economicamente una mano, e lei non si tira indietro. Un successivo corso di formazione le offre i requisiti per partecipare a un concorso indetto dalla Regione. E lo vince. Nel 1981 conosce Claudio Sterpin, che però ha 20 anni più di lei, e la storia non dura a lungo. Nel 1989, invece, incontra Sebastiano. Lui è ancora sposato. Lei perde la testa.

«Ci siamo conosciuti a una mostra a Gorizia», spiega il marito: «L’avevo notata subito, lei era lì con delle amiche, e tornando a casa qualcosa del suo sguardo mi era rimasto dentro. A una successiva mostra, è tornata. E da lì è iniziata la nostra storia d’amore. Un grande amore».

Poco più che trentenne, Liliana vive ancora a casa dei genitori e per anni, malgrado la relazione con Sebastiano, non abbandona la casa di famiglia. «Nel 2005, appena ho ottenuto il divorzio dal mio matrimonio precedente, l’ho abbracciata e le ho detto: “Vai in Comune e scegli la prima data utile che ci sposiamo”. Sono andato a chiederla in sposa anche alla madre e il 30 luglio di quell’anno ci siamo promessi amore eterno».

Alcune foto del passato raccolte in una sorta di “collage” fotografico. Foto Bruni
Alcune foto del passato raccolte in una sorta di “collage” fotografico. Foto Bruni

Seba e Lilly si sono detti “sì” nella Sala Matrimoni del Municipio. La fotografia che li ritrae quel giorno, sorridenti, è appesa accanto al comodino di Liliana. Lei con un semplice vestito azzurro sotto una giacca bianca, e con un bouquet di rose bianche tra le mani. Lui con un completo in lino grigio chiaro. Da sposati vanno a vivere in via di Roiano. Una decina di anni fa si trasferiscono quindi a San Giovanni.

Le pareti della loro camera da letto sono tappezzate di fotografie e la casa è zeppa di ricordi. Non c’è un angolo senza un animaletto in ceramica, piuttosto che un sasso raccolto sulle sponde di un fiume, un angioletto o una scatoletta. E poi i cuori: in stoffa, in vetro, in ceramica, con i loro nomi impressi sopra e disseminati ovunque, quasi a ostentare quel loro amore a chiunque metta piede in casa.

I cuori con i loro nomi impressi appesi alle pareti. Foto Bruni
I cuori con i loro nomi impressi appesi alle pareti. Foto Bruni

Ma com’era la Lilly di ogni giorno? «Amava ascoltare le canzoni di Morandi e Celentano, la musica anni Settanta in generale, e adorava i film di Harry Potter», afferma ancora il marito. Tra i suoi libri ci sono guide dedicate alla corsa e altri ai canarini – nei primi anni di matrimonio ne aveva diversi, gialli e arancioni – accanto a libri di Oriana Fallaci e Piero Angela e alla “Favola d’Amore” di Herman Hesse. “Solo in questo consiste per me la vita, nel fluttuare tra due poli, nell’oscillazione tra i due pilastri portanti del mondo”, si legge nel retro copertina.

«Non le piaceva stare ai fornelli», svela lo stesso Sebastiano: «Cucinavo quasi sempre io. Lei adorava i “cevapcici” e la pizza». Mostrando i ricordi della moglie, a un certo punto Visintin prende dal suo comodino una bustina di velluto. Dentro ci sono la fede di Lilly, quella della madre, altri anellini, due collanine e un orologio.

«Li ho trovati dopo quasi un mese dalla sua scomparsa, perché io prima non ho mai voluto mettere mano nei cassetti di Lilly», ammette il marito mostrando anche i soldi: 2.400 euro in contanti, che la moglie teneva in casa. «Non li ho toccati e ho deciso di creare tre piccole borse di studio da donare a tre studenti bisognosi».

Guardandosi intorno, Sebastiano rimarca come, di Liliana, gli manchi proprio «tutto: la mia Lilly si prendeva cura di me, con amore, mi preparava le medicine, mi misurava la pressione e proprio ieri pensavo a quando la notte mi avvicinavo a lei, per sentire il suo calore, il suo profumo, che mi trasferivano serenità, tranquillità amore».

Ed è anche per questo che Sebastiano intende restare a vivere tra tutti quei ricordi: «Questa è la nostra casa, lei ha voluto renderla così meravigliosa – conclude – ed qui che voglio continuare a vivere. E lei, così, sarà sempre vicino a me».—

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