Giallo di Trieste, l’ultimo saluto a Liliana Resinovich. Sulla bara il suo cappello preferito, una maglietta, foto e sassi decorati. Cartelli e fiori anche a San Giovanni

Esequie a Sant’Anna in forma strettamente privata davanti a una trentina di persone. Nel pomeriggio anche l’amico Claudio Terpin – autore della scritta apparsa fuori dal cimitero – ha depositato una rosa sulla tomba.

Laura Tonero

TRIESTE. Nella mattinata di martedì 25 gennaio i parenti e gli amici più stretti si sono riuniti per dare l’ultimo saluto a Liliana Resinovich, la sessantatreenne sparita il 14 dicembre scorso e trovata senza vita nel parco dell’ex Ospedale psichiatrico di San Giovanni il 5 gennaio scorso.

Il funerale, che per volere della famiglia si tiene in forma strettamente privata, prevedeva solo una breve cerimonia di sepoltura nel cimitero di Sant’Anna.

Il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, è arrivato attorno alle 9 per l’apertura della camera ardente e ha posato sulla bara un cappello che la moglie indossava in tante occasioni. “Non auguro a nessuno di andare al funerale della persona amata e di andarci da principale sospettato. Non mi merito questo calvario” sono state le sue parole. L’uomo è poi uscito per prendere un bouquet di fiori.

A Trieste i funerali di Liliana Resinovich: le parole del marito Sebastiano

All’esterno del cimitero è apparso uno striscione con scritto “Ciao Lilly, Rip”. Nel pomeriggio è emerso che a lasciare il cartellone è l’amico di Liliana Claudio Terpin, che ha accompagnato la scritta con l’acronimo “Cam”: Ciao amore mio.

Terpin, assente alla funzione, si è presentato in cimitero nel primo pomeriggio per depositare una rosa sulla tomba di Liliana.

Anche la nipote Raffaella si è presentata con un cartellone con scritto “Liliy sempre con noi”.

"Lilly sempre con noi": il cartellone della nipote di Liliana Resinovich ai funerali a Trieste

Numerosa la folla di giornalisti assiepati all’esterno del cimitero, mentre alle esequie hanno preso parte all’incirca una trentina di persone tra familiari e amici.

La bara, nella camera ardente, è ricoperta di fiori. Sopra, oltre al cappello rosso, il marito ha posto una sua maglietta con la quale era solita andare in bicicletta, assieme ai sassi raccolti da Liliana durante le sue escursioni e ad alcune foto scattate da lui stesso: sia le foto che i sassi potranno essere portati a casa dai presenti in ricordo di Lilly.

Trieste, l'ultimo saluto a Liliana Resinovich: l'arrivo del marito al cimitero

Nel corso di una breve cerimonia per la benedizione della salma ha preso la parola una cugina di Liliana che ha detto: “Liliana da lassù dai una mano alle persone che con competenza e professionalità stanno lavorando per far emergere la verità. Dacci una mano a farci capire la verità. Una volta tanto pensa per te” ha concluso.

Il marito di Liliana è stato accompagnato dal proprio figlio: molti dei presenti – ha raccontato lui stesso, non hanno voluto stringergli la mano e hanno evitato di guardarlo. “La verità si saprà presto” ha detto ai giornalisti prima di lasciare Sant’Anna.

A Trieste i funerali di Liliana, il marito: "La verità verrà fuori"

Il feretro è stato posto in un loculo al campo 11. La Procura di Trieste, visto che le indagini sono ancora in corso, nel dare il nulla osta per la sepoltura, ha vietato per ora la cremazione.

In un secondo momento, quando la Procura lo renderà possibile, rispettando le volontà di Liliana il corpo verrà cremato e le sue ceneri sistemate nella tomba della madre a cui lei era molto legata.

Intanto in questi giorni sul luogo in cui è stato ritrovato il corpo di Liliana è apparso un messaggio dei familiari: “Non è un mazzo di fiori che dimostra il nostro affetto...lo è invece la nostra silenziosa e determinata battaglia per scoprire cosa ti è successo, cara nostra Lilly" la scritta.

Dopo il funerale sono apparsi sul posto anche altri fioi e striscioni colorati in suo ricordo.

 

L’indagine fa capo al pubblico ministero Maddalena Chergia, che coordina la Squadra Mobile e la Polizia Scientifica. Dopo quelli dell’autopsia, ora si attendono i risultati dell’esame tossicologico per capire se la donna avesse ingerito qualche sostanza.

Ad oggi ci sono poche certezze: Liliana Resinovich la mattina del 14 dicembre era uscita dalla sua casa di via Verrocchio, nel rione di San Giovanni – l’aveva ripresa una telecamera –, e poi di lei non c’erano state più notizie fino a quel 5 gennaio scorso, il giorno del ritrovamento del corpo.

I risultati dell’esame tossicologico, uniti a quelli dell’autopsia, alle analisi del Dna sui sacchi neri e sui sacchetti di nylon che le avvolgevano il volto, tenendo conto anche dell’incrocio delle celle telefoniche, daranno un orientamento più definito alle indagini. Ad oggi non figurano indagati e resta in campo anche l’ipotesi del suicidio.

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