Giallo di Trieste, Lilly si è incamminata da sola nel bosco dove è stata trovata

Lo sostiene la perizia botanica sulle tracce di vegetali rinvenute sulla suola delle scarpe che indossava la donna
Gianpaolo Sarti

TRIESTE. Ormai non c’è più alcun dubbio. Liliana Resinovich si era incamminata da sola nel parco dell’ex Opp e lungo il sentiero del bosco che conduce al punto in cui è stata trovata morta. Lo dice la perizia botanica sui residui vegetali rinvenuti sulle scarpe che la sessantatreenne triestina indossava il giorno in cui è stato scoperto il cadavere. Lo studio rafforza quindi la tesi del suicidio: le tracce repertate di fatto escludono che la donna possa essere stata portata (o trascinata) da un possibile assassino. L’esito dell’accertamento è stato comunicato ieri da Antonio De Nicolo, procuratore capo della Procura di Trieste.

In buona sostanza i residui sulle scarpe sono compatibili con la vegetazione circostante. Ma ecco cosa dice la perizia: «I reperiti sembrano indicare un probabile legame con la vegetazione e suolo (il terriccio, ndr) del ritrovamento e delle vie di accesso ad esso. Sembra plausibile che il materiale aderente alle scarpe, in particolare quello della scarpa destra, sia stato raccolto dalla Resinovich sul lastricato pedonale che costeggia l'ultimo tratto di via Weiss prima dell'imbocco al sito di ritrovamento».

Lo studio entra nel dettaglio della tipologia dei vegetali campionati: «Dirimente la presenza di una samara di acero aderente alla parte anteriore della suola, che per aderire deve essere stata calpestata su una superficie rigida, come ad esempio quella della pietra del camminamento a fianco di via Weiss». Cioè il marciapiede del parco. Così vale per altri frammenti dei reperti, come un pezzo del frutto di tiglio. Nel periodo in cui era stato scoperto il corpo, cioè il 5 gennaio, in corrispondenza di giorni di maltempo e ventosi, questo tipo di materiale vegetale si accumula comunemente sulla strada e sul camminamento prospiciente. Il frammento è stato rilevato anche durante i sopralluoghi a febbraio e aprile. Anche una foglia di edera rinvenuta è compatibile con l’abbondanza di edera sul posto, «specie della quale sembra essere presente anche un abbozzo di frutto incastrato nella suola della scarpa sinistra» sebbene poco riconoscibile. La perizia conclude sostenendo che il materiale raccolto dalle scarpe «sembra indicare ragionevolmente un calpestamento del suolo di Resinovich Liliana del sito e delle vie di accesso allo stesso». La combinazione dei frammenti vegetali e di terriccio ritrovati porta quindi a ritenere che Lilly «può effettivamente aver percorso i tratti della via di accesso al sito» in cui è stato scoperto il cadavere.

Riproduzione riservata © Il Piccolo