Giallo di Trieste: Liliana e quel terriccio sotto le scarpe. Nuovi esami su bottiglietta e telefoni
La Procura affiderà all’ingegnere informatico Chemello l’incarico di scandagliare i cellulari della donna
TRIESTE C’era del terriccio sotto le suole degli scarponcini di Liliana Resinovich. Terra compatibile con quella del bosco in cui la donna è stata trovata morta. Un particolare, questo, scoperto in questi giorni durante le analisi di laboratorio tutt’ora in corso sugli oggetti rinvenuti addosso e accanto al cadavere della sessantatreenne triestina scomparsa il 14 dicembre e rinvenuta il 5 gennaio tra la vegetazione del parco dell’ex Ospedale psichiatrico.
Non è un dettaglio trascurabile questo del terriccio sulle suole: dimostra che la donna potrebbe essersi incamminata da sola lungo il sentiero che conduce al punto in cui giaceva. Una prova in più che andrebbe a confermare l’ipotesi del suicidio.
D’altronde né sui vestiti né sul corpo erano visibili tracce di trascinamento che potrebbero lasciare presupporre che la donna sia stata portata di peso in quel luogo. Peraltro, come documentato dall’autopsia e dalla Tac, il cadavere non aveva segni di violenza: nessun trauma e nessuna lesione.
Ma le indagini non sono affatto concluse. La Procura (l’inchiesta fa capo al pm Maddalena Chergia), proprio per non lasciare nulla di intentato, farà analizzare nuovamente la bottiglietta repertata dalla Polizia scientifica il giorno della scoperta della salma. Si tratta di un esame di laboratorio sulla parte interna, dunque sul contenuto: la data dell’accertamento è il 4 maggio presso la Sezione sostanze psicotrope e stupefacenti del Servizio Polizia scientifica di Roma. Gli investigatori forse sono alla ricerca di qualcosa che nemmeno l’esame tossicologico sul corpo di Liliana ha rilevato.
Non solo. Anche i due cellulari di Liliana, finora controllati solo a livello di messaggi e chiamate, saranno passati al setaccio. La prossima settimana, mercoledì 27, la Procura conferirà l’incarico all’ingegnere informatico Nicola Chemello. L’esperto scandaglierà la memoria dei telefoni ricavandone messaggi e mail cancellati, video guardati, siti visitati e quant’altro. Tutto ciò che non è apparso a una prima visione superficiale.
In attesa dell’esito di queste nuove indagini, spuntano altri retroscena sul caso. In questi giorni è la posizione di Claudio Sterpin, l’ottantaduenne con cui Lilly aveva una relazione, a far parlare. Ciò che lascia perplessi è il suo prematuro allarmismo, già a poche ore dalla scomparsa della donna.
Quel 14 dicembre, quando cioè Liliana si allontana dalla sua abitazione di via Verrocchio, lei lo chiama alle 8.22. Due minuti di telefonata, in cui la sessantatreenne gli avrebbe comunicato che sarebbe arrivata in ritardo. I due, quella mattina, avevano infatti appuntamento a casa di Sterpin verso le 9.30-9.45. Ma Liliana non arriverà mai da lui. Sterpin tuttavia – ben consapevole che Liliana era una donna sposata e che nella sua giornata erano dunque possibili cambi di programma legati al rapporto con il marito – per quel ritardo si allarma subito. Dopo poche ore non solo chiede di vedere con urgenza il vicino di casa di Lilly, Sebastiano Nasti, ma rivela anche alla sua famiglia della frequentazione con quella donna. Perché lo fa? Perché questa ansia per quello che, fino a quel momento, appare come un ritardo? Sterpin, peraltro, la cerca insistentemente al telefono.
È stata la nipote di Sterpin, in un’intervista rilasciata ai microfoni di un programma Rai, a testimoniare come «il nonno non ci aveva mai parlato di lei, ci aveva tenuto nascosto quel rapporto, forse perché si sentiva in colpa visto che non era passato neanche un anno dalla morte di sua moglie». E ancora: «Abbiamo saputo di lei (Liliana) il giorno della scomparsa. Dopo un paio d’ore Claudio è andato da mia mamma per dirle che lui frequentava questa persona, che lei voleva andare via di casa e poi andare a vivere con lui. Sapendo che aveva problemi in casa, con il marito, si è preoccupato». Ma perché Sterpin sente il bisogno di raccontare tutto ai familiari e pure al vicino di casa della donna quando ancora non si sa niente di Liliana?
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