Giallo di Trieste, accanto al corpo di Liliana trovati un guanto elastico e un cordino
TRIESTE Dopo la borsa a tracolla e la bottiglietta, ora spunta anche un guanto. Un guanto «nero, in tessuto elastico con bordo». E pure «un cordino», così dagli atti. I reperti sono stati trovati accanto al cadavere di Liliana Resinovich lo scorso 5 gennaio nella boscaglia del parco dell’ex Ospedale psichiatrico.
Cosa ci facevano un guanto elastico e un cordino vicino al corpo? A cosa sono serviti? Li ha lasciati Liliana o il suo possibile assassino, se si è trattato di omicidio? Se così fosse, sarebbe il primo – ed eclatante – passo falso dell’ipotetico omicida.
Non si esclude, ovviamente, che il guanto possa essere stato dimenticato per sbaglio da uno dei soccorritori al momento del ritrovamento della salma. O che, analogamente al cordino, si tratti piuttosto di semplice spazzatura buttata a terra da qualcuno di passaggio nella boscaglia. Va tenuto conto anche di questo.
In ogni caso i due reperti saranno analizzati venerdì, alle 9, nel laboratorio del Gabinetto regionale di Polizia scientifica per la Lombardia. Analogamente ai test sulla bottiglietta (e sul tappo) e sul liquido rinvenuto all’interno (test pure sui sacchi neri in cui era avvolta Liliana), si tratta di accertamenti tecnici “non ripetibili” di natura biologica. Gli investigatori cercano impronte e tracce di Dna.
Ma il guanto e il cordino non sono gli unici reperti che saranno esaminati in questo secondo round in laboratorio. Le verifiche su impronte e Dna saranno effettuate anche sulle chiavi e sulla mascherina chirurgica che Lilly aveva con sé. Pure questo della mascherina è un dettaglio inedito, anche se non si sa se la avesse sul viso al momento del ritrovamento.
Saranno analizzati inoltre i due sacchetti in cui la donna aveva la testa infilata (si tratta di sacchetti “Conad”, come si scopre ora), la biancheria intima e la canottiera rosa che indossava.
Ecco poi gli accertamenti sui tamponi prelevati sotto le unghie della mani (che potrebbero rivelare eventuali tracce di una colluttazione con qualcuno) e sul resto del corpo della donna, necessari anche per escludere eventuali violenze sessuali.
Sono molti, dunque, i reperti sui cui si stanno concentrando le indagini della Polizia scientifica e della Squadra mobile. E dai quali potrebbero emergere indizi importanti per indirizzare l’attività investigativa.
In questo momento l’inchiesta è formalmente aperta per “sequestro di persona”. Nessuno è iscritto nel registro degli indagati. Restano aperte entrambe le ipotesi: sia quella dell’omicidio che quella del suicidio.
Non risulta, comunque, che nell’ultimo periodo la donna si sia fatta prescrivere dal medico curante farmaci particolari con cui avrebbe potuto compiere un gesto estremo.
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