Gettano immondizie nel giardino della sua casa: lui costruisce un muro

Succede in via Cravos a Gorizia. Grande maleducazione alla fermata dell’autobus: «Esteticamente non è il massimo ma non ne potevamo davvero più»

Francesco Fain
La casa con le protezioni in legno per inibire il lancio dei rifiuti nel giardino Foto Marega
La casa con le protezioni in legno per inibire il lancio dei rifiuti nel giardino Foto Marega

In un piazzale della Casa Rossa, che è divenuto uno dei simboli della caduta della frontiera e dal quale parte un potente messaggio borderless, nasce un piccolo... muro. Sì, un muro di protesta contro la maleducazione. Così, almeno, viene definito dalla famiglia che l’ha realizzato.

Protagonisti Alessandro Leghissa e di Cristina Suligoj. Prima di chiedere ospitalità al nostro giornale, hanno atteso alcuni giorni perché - spiegano - era stata loro prospettata l’ipotesi di un sopralluogo finalizzato a verificare le problematiche sul campo e a individuare una soluzione possibile. «Non è successo, per cui siamo qui ad esporre la situazione».

E, allora, entriamo nel cuore della questione che li angustia. I due goriziani sono proprietari di due appartamenti dell’immobile sito al civico 13 di via Cravos, accanto al piazzale della Casa Rossa appunto. «Da parecchio tempo - spiega Alessandro Leghissa - avevamo chiesto lo spostamento della fermata dell’autobus antistante la nostra abitazione, visto che era frequentata da parecchie persone, fra le quali molte che si recavano all’Ufficio immigrazione davanti al quale lo spazio certamente non manca. Purtroppo, il nostro giardino è stato usato come una piccola discarica di rifiuti, compresi i pannolini dei bambini e a nulla è valsa l’installazione di un cestino per le immondizie. Troppa maleducazione. Non di rado, abbiamo dovuto aspettare l’arrivo dell’autobus per poter entrare o uscire a causa del fatto che parecchie persone ostruivano l’ingresso alla nostra casa. Quando li invitavamo a spostarsi, restavano al loro posto, reagendo talvolta anche con atteggiamenti minacciosi o di sfida».

Ad un certo punto, fanno sapere i due residenti, «ci è stato detto che era stata trovata una soluzione ma, adesso, abbiamo fatto la scoperta che, sì, tutto il piazzale verrà rimesso a nuovo ma ad eccezione di quella “maledetta” fermata, senza un marciapiedi che la colleghi agli uffici immigrazione della Polizia di Stato (è stata realizzata un’aiuola) mentre c’è un percorso a ritroso per intercettare un attraversamento, e successivamente un altro contro-attraversamento, il tutto nello spazio di quasi 100 metri».

E, allora, sono scattate le contromisure. «Da parte nostra, non ci è rimasto altro da fare che “schermare” tutta la parte anteriore del nostro giardino per proteggerci dal lancio delle immondizie. Non solo: abbiamo pensato anche di modificare il muretto in modo da evitare la possibilità di sedersi e fare picnic in attesa dell’arrivo della corriera». Leghissa si rende conto che, esteticamente, «non sarà un capolavoro ma a mali estremi, estremi rimedi».

C’è anche la sottolineatura finale: «Per fortuna, la bella stagione porterà un sole battente impossibile da sopportare: pertanto, come sempre avvenuto nei mesi estivi del passato, le persone dovranno attendere l’autobus all’ombra, sotto gli alberi della suddetta e incomprensibile aiuola, per riversarsi poi in strada e correre alla fermata alla vista del pullman, con borse passeggini e bambini liberi, con tutti i rischi annessi e connessi, liberandosi all’ultimo di tutto il superfluo. Ma, stavolta, almeno lo faranno sul marciapiedi e non nel nostro giardino che non può essere ridotto ad essere una discarica. È una questione di rispetto dei residenti ma anche dell’ambiente».

Intanto, quel “muro” di legno fa discutere in città. In pochi ne conoscevano la ratio ma, oggi, hanno la risposta. —

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