Gestire un ristorante in riva al mare a Paros: il sogno di una coppia triestina diventa realtà

Dopo lo stop per il Covid, Donatella Tretjak e Guido Barella hanno aperto “Bacco” sull’isola greca 

TRIESTE Mollo tutto e parto. Nuovo Paese, nuovo lavoro e nuova vita. Quanti l’hanno pensato almeno una volta? Donatella Tretjak e Guido Barella l’hanno fatto. Entrambi giornalisti de Il Piccolo, lei ha deciso di lasciare il lavoro, lui, fresco pensionato, ha semplicemente fatto le valigie. Per entrambi la destinazione in realtà era stata scelta già da tempo. L’isola greca di Paros.

Gestire un ristorante sul mare a Paros: il sogno di una coppia triestina diventa realtà


Un sogno che si è concretizzato prima con l’acquisito di una casa, e poi con la gestione del locale “Bacco Paros”, iniziata proprio nell’estate 2020. Una partenza in ritardo, a causa dell’emergenza Covid 19, ma che non ha fermato il sogno della coppia. Che da Trieste ha portato in Grecia altri tre ragazzi, già al lavoro nel locale, i fratelli Sara e Manuele Vogiatzakis e Mauro Chicco.

«La Grecia ci è entrata nel cuore da tempo – raccontano – e non avevamo paura di cambiare. Cinque anni fa abbiamo acquistato qui un’abitazione, il primo passo per mettere radici sull’isola, poi abbiamo iniziato a spargere la voce tra i residenti, alla ricerca di un locale da gestire ed è arrivata l’occasione giusta. Bacco Paros si trova sul lungomare del capoluogo, dove è l’unico ristorante italiano. È in una posizione meravigliosa, su una passeggiata molto frequentata soprattutto nelle ore serali, quando la strada viene chiusa al traffico. I tavolini sono a pochi metri dall’acqua». «Siamo partiti in ritardo – ricordano – a causa della pandemia, e siamo arrivati solo il 17 giugno».

Il turismo non manca, anche se è diverso rispetto agli anni scorsi. «Quasi tutti sono greci in vacanza, ma ci sono anche altre nazionalità. E l’accoglienza è stata ottima – spiegano –. Frequentando l’isola da dieci anni sappiamo parlare un po’ la lingua e questo sicuramente ha aiutato, nel rapporto con i locali. E poi non c’è concorrenza con loro, perché la nostra non è una taverna greca. Lavoriamo sui classici della cucina italiana, anche con qualche influenza triestina, come lo sgombro in savor, che sta riscuotendo un grande successo». «E poi – aggiungono – abbiamo portato prodotti della regione, come il prosciutto di San Daniele. E quando arriverà il freddo proporremo piatti particolari, come gli gnocchi di pane con il gulash».

Sì perché a occuparsi della cucina ci sono triestini con diverse esperienze alle spalle, pronti a far assaggiare ai clienti sapori di solito non conosciuti in Grecia. E l’isola è vitale anche d’inverno. «Qui non si chiude mai, durante tutto l’anno bar e ristorati sono aperti, funziona il porto – ricordano – e i collegamenti quotidiani con Atene, naturalmente si respira un’aria più tranquilla rispetto all’estate».

Ma cos’hanno detto amici e parenti del cambio radicale? «Ho due figli grandi – ricorda Guido – indipendenti, e sono contenti perché possono venire qui in vacanza». «A Trieste ho lasciato mamma e nonna – racconta Donatella – e per questo in autunno tornerò a casa qualche giorno, ma la mia nonna novantenne è già venuta qui a Paros, le è piaciuta molto ed è d’accordo sulla mia scelta. Mi ha detto semplicemente “fai quello che ti rende felice”». —

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