Geometri, “Pacassi” a rischio estinzione a Gorizia

L’Istituto tecnico per geometri “Nicolò Pacassi” rischia seriamente l’estinzione una volta esaurito il ciclo scolastico. La causa? Il numero insufficiente di iscrizioni che non ha permesso di mettere in piedi nemmeno una prima classe, dopo i fasti di appena cinque, sei anni fa.
A lanciare l’allarme è Ugo Previti, segretario provinciale e regionale della Uilscuola. Quando ha ricevuto la comunicazione non voleva credere alle sue orecchie. Gli pareva impossibile, vista la tradizione e l’importanza che quella scuola ha avuto e continua ad avere. D’accordo: la popolazione scolastica è in continuo decremento (ci sono sempre meno nascite) e quello delle iscrizioni è diventato il momento della verità per molti Istituti. Ma ciò che maggiormente infastidisce i sindacati (in questa battaglia è coinvolta anche la Flc-Cgil) è l’atteggiamento del dirigente scolastico Guido De Fornasari, preside del polo tecnico che raggruppa, oltre al Pacassi, il Fermi e il Galilei. «Il dirigente avrebbe dovuto muoversi per tempo, chiedendo aiuto e coinvolgendo le istituzioni prima che i “buoi” scappassero - attacca Previti -. A quanto si apprende, soltanto una dozzina di ragazzi si era iscritto al Pacassi: ne bastavano 15 o giù di lì per allestire una prima classe. Invece, nulla. Tutti sono rimasti zitti ed è stato suggerito ai pochi iscritti di individuare soluzioni alternative. Peraltro, ciò è stato penalizzante per le famiglie che si sono dovute rivolgere agli Istituti di Udine e Trieste con ovvie conseguenze anche economiche per le già scarne casse familiari».
Previti è un fiume in piena. Anche perché paradossalmente questo rischio (tutt’altro che remoto) di estinzione del “Pacassi” si materializza proprio quando Gorizia si appresta ad accogliere l’intera facoltà di Architettura. «Poteva essere una formidabile occasione di continuità didattica per uno studente goriziano che avrebbe potuto frequentare l’Istituto e quindi l’Università senza spostarsi dalla città di appartenenza. Invece oggi questo schema rischia di rovesciarsi e, quel che è peggio, ciò avviene nel silenzio più assoluto». Perfettamente concorde con l’analisi di Previti è Flavio Bisiach della Flc-Cgil. «Il fatto di non essere riusciti a mettere in piedi una prima classe può seriamente compromettere il futuro di questa storica scuola. Forse, se il dirigente si fosse impuntato con l’Ufficio scolastico regionale qualche risultato positivo lo si sarebbe potuto portare a casa. Invece, la realtà è dura da digerire».
Previti fa sapere di avere già contattato il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta per salvare, quantomeno, il salvabile. «Per quest’anno, ormai, non si può più fare nulla anche perché chi si era iscritto ha già individuato soluzioni alternative. Si lavori almeno per garantire una prima classe nell’anno scoalstico 2014-2015: altrimenti, diventa davvero arduo soltanto pensare alla sopravvivenza della scuola».
Previti fornisce anche i numeri che abbiamo riassunto nel grafico a fianco. «E che disegnano un quadro non ottimale per le scuole dell’Isontino. Ad esempio, continuiamo ad essere molto carenti per quanto concerne i collaboratori scolastici: ce ne sono troppo pochi». Inoltre, sempre a causa del basso numero di iscrizioni, si perderà il ramo in logistica e trasporti all’Istituto professionale “Pertini” di Monfalcone. «E si tratta di un altro impoverimento di questa povera provincia», le parole dei rappresentanti sindacali.
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