Genni e Hamid, amore nato al Cie di Gradisca

Matrimonio a Staranzano tra una volontaria bisiaca e un ex profugo afghano, oggi mediatore culturale
Gli sposi Genni e Hamid
Gli sposi Genni e Hamid

STARANZANO. Lei si chiama Genni, 40 anni, bisiaca, lui Hamid 35 anni, afghano, mediatore culturale e traduttore di lingua italiana. Entrambi residenti a Staranzano. Ieri si sono sposati, prima in municipio con il rito civile, poi sotto il “bobolar”, l'albero secolare simbolo del paese, che troneggia nella piazza del paese. Una seconda cerimonia, quest’ultima, voluta per condividere la giornata di festa con la loro comunità.

Una fiaba a lieto fine, il coronamento di un amore iniziato circa quattro anni fa al Cie di Gradisca, dove Genni faceva la volontaria. Con loro c'era anche Mina (pace in afghano), la loro bimba, nata da alcuni mesi. Un evento particolare, quasi una risposta positiva in contrapposizione alla cronaca quotidiana di tragedie, di vicende di profughi e di migranti. Una bella festa alla quale hanno voluto partecipare oltre 150 persone, tra amici, conoscenti della sposa e di Hamid, alcuni arrivati anche da Udine e Pordenone. Diversi “spettatori” hanno applaudito la cerimonia dalle loro finestre e dai balconi che affacciano nella piazza.

Il rito celebrato in Comune è stato ripetuto sotto l’albero da un amico della coppia, visibilmente commosso, che ha ricevuto la delega del sindaco Riccardo Marchesan. «Nonostante l'amicizia e la conoscenza che ci lega da tempo - ha detto al termine il celebrante - pensavo che tutto filasse liscio, che ero forte, invece mi è venuto un nodo alla gola». Il primo a congratulasi con gli sposi è stato proprio il sindaco Marchesan. «Oggi ero presente come un semplice cittadino - afferma - per assistere a un bellissimo spettacolo, a un evento di socializzazione sicuramente unico ed eccezionale. Un esempio concreto e reale di integrazione fra i popoli nonostante tutto quello che si sente. Quello che mi rimane - continua Marchesan - è l'idea che si è trattato di un evento importante e molto partecipato. Quando una coppia di questo genere si sposa e presenta la loro bambina alla comunità, è un successo dell'integrazione, al di la di tutte le frasi retoriche di circostanza. Non c'è differenza, siamo tutti uguali, tutti cittadini di questa terra. Certo - aggiunge Marchesan - questo è un caso veramente unico, sotto certi aspetti commovente e toccante, molto apprezzato dai cittadini. Qualcuno ha anche detto potremo celebrare altri matrimoni sotto il bobolar, ma questa è un'altra storia».

Durante la ripetizione del rito civile sono state suonate musiche, lette alcune poesie sui diritti dei bambini, articoli della Costituzione italiana sui doveri, una serie di interventi di amici. Poi è stato spezzato un pezzo di pane simbolo dei prodotti della terra con il lavoro dell'uomo, quindi una serie di riflessioni su culture diverse che si incontrano e si uniscono in virtù dell'amore che è in grado di superare ogni ostacolo. Genni e Hamid, una coppia semplice, è molto conosciuta in paese per l'impegno soprattutto nel campo della solidarietà. Commosso il papà della sposa, Paolo, con un commento telegrafico. «Sono felicissimo, questo lo considero il matrimonio dell'anno». È in previsione, comunque, dei novelli sposi, l'impegno di ripetere a Kabul la stessa festa.

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