Gennaio nero, benzinai goriziani verso il tracollo

TRIESTE È già stato definito il “gennaio nero”. Così poca benzina e così poco gasolio non si vendevano a Gorizia dalla notte dei tempi. La responsabilità? La politica aggressiva dei prezzi praticata in Slovenia che finisce con l’incentivare l’esodo degli automobilisti, ma anche il calo dell’utilizzo delle vetture: «Ormai si gira il minimo indispensabile», allarga le braccia Fabio Zanetti, titolare della stazione di servizio Esso di via Trieste.
Qualcuno (come Manuel Rizzi della Tamoil di via Lungo Isonzo Argentina) riesce ad essere più conveniente, seppure di un solo millesimo di euro, rispetto al gasolio sloveno. Un segnale incoraggiante che dimostra una volontà di reazione da parte dei nostri benzinai ma la situazione continua ad essere pesante, anzi pesantissima.
Dalla cancellazione della Zona franca ad oggi, le vendite e gli introiti sono calati dell’80%. Altri dati. Rispetto al periodo gennaio-ottobre del 2014, le stazioni di servizio cittadine hanno venduto 396.654 litri di benzina in meno (da 3.701.437 a 3.304.783 litri), con una contrazione di 53mila litri anche nelle vendite di gasolio (da 1.718.796 a 1.665.528 litri).
È una sostanziale conferma delle indicazioni emerse a settembre 2015 dall’analisi dei primi otto mesi dell’anno, con il calo di 313 mila litri di benzina verde e 41 mila litri di diesel. Sullo sfondo, poi, c’è l’incognita del “taglio” del contributo regionale che, in fascia 1, arriva a 21 centesimi per la benzina verde e a 14 per il gasolio: la concorrenza della Slovenia, soprattutto sul piano del diesel (Rizzi a parte), rischia di tornare insostenibile per i gestori delle pompe di benzina del Goriziano, costretti a fare i conti con il fenomeno del pendolarismo del pieno.
«È un gennaio tragico - allarga le braccia Zanetti -. Se già prima, in piena crisi di vendite, riuscivo ad erogare giornalmente 1.400 litri di carburante al giorno, oggi non supero gli... 800. È un disastro totale. Ormai, siamo alla sopravvivenza». Un’osservazione condivisa dal collega Massimiliano Diana, titolare della stazione di servizio Agip di via Crispi. «Faccio solo un esempio: qualche anno fa, lavoravano al mio distributore due dipendenti oltre al sottoscritto. Oggi, ci siamo io e un ragazzo con contratto part-time. Come se non bastasse, oltre alla crisi pesantissima che ci ha colpito, devo fare i conti con i lavori pubblici. Prima l’intervento in piazza Vittoria, oggi la sistemazione di via Nazario Sauro stanno determinando un ulteriore calo delle vendite di carburante del 50%».
Infine, Manuel Rizzi. È soddisfatto di riuscire a proporre un ottimo prezzo per il gasolio ma libera le scarpe da qualche sassolino. «Questa è una risposta a tutti quelli che vogliono l’immediata abolizione del contributo sul acquisto del carburante a favore dei cittadini del Fvg. Mi riferisco, in particolare, ai due sindacalisti Belci (Cgil) e Fania (Cisl) ma anche a politici come Tondo... Senza il contributo regionale non c’era la possibilità di arrivare a questo prezzo».
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