Genitori separati, la casa alla figlia di 4anni Lo psicologo: «Più stabilità per la piccola»

Mauro Cauzer: «L’abitazione sarà l’unica risorsa solida, il punto di riferimento esclusivo»
Tommasini-Trieste-Tribunale
Tommasini-Trieste-Tribunale

Ma la piccola bambina al centro di questo caso giudiziario trarrà benefici da questo provvedimento? Il fatto si restare nella sua casa, nell’abitazione dove è nata, dove ha i suoi giocattoli, i suoi punti di riferimento gioverà alla sua stabilità e alla sua serenità? «Credo che l’intento del giudice sia stato quello di responsabilizzare i genitori – osserva a Maddalena Berlino, psicologa e psicoterapeuta – dando stabilità alla minore».

«Certo – prosegue la psicologa – il provvedimento è originale però per il minore può essere una buona soluzione. Visto che la madre e il padre non sono riusciti a trovare un accordo che tenga conto prioritariamente delle esigenze della piccola, il giudice ha disposto regole che terranno i problemi dei genitori fuori da casa e consentiranno alla figlia di mantenere lo stesso tetto e gli stessi spazi». Così, secondo Berlino, si evita che il bambino diventi una sorta di pacco che ogni fine settimana viene trasferito nella casa di uno o dell’altro genitore assieme allo lo zainetto pieno di giochi, ai quaderni e al pigiamino.

Purtroppo capita spesso che i genitori nell’ambito di una separazione si trasformino in persone vendicative, invidiose e capaci di anteporre le loro esigenze alle reali necessità dei figli. Spesso l’unico obbiettivo è quello di arrecare danno all’ex coniuge.

Ci sono madri che non permettono ai figli di indossare i vestiti regalati dal loro padre. Padri che non permettono ai loro bambini di portare a casa della mamma i giocattoli che lui ha acquistato. Piccole vendette trasversali che all’apparenza possono sembrare delle sciocchezze, ma che rischiano invece di lasciare nei figli segni indelebili. Dettagli che i piccoli ricordano per tutta la vita.

Sul provvedimento stabilito dai Tribunale dei Minori lo psicoterapeuta Mauro Cauzer ha alcuni dubbi: «Come verrà spiegata questa anomale situazione alla piccola? - si chiede il professionista -. La bambina è molto piccola e difficilmente capirà. Con dei ragazzini più grandi la situazione sarebbe stata gestibile, per loro sarebbe stato più semplice comprendere questa alternanza tra padre e madre».

L’unica cosa stabile per quella bambina, a giudizio di Mauro Cauzer, diventerà la casa. «L’abitazione sarà l’unica risorsa solida, - spiega -, il punto di riferimento esclusivo che non varierà da una settimana all’altra». (l.t.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo