Generati in laboratorio organi umani

Grazie alle scoperte di Yamanaka, premio Nobel nel 2012, oggi possiamo generare cellule staminali embrionali per ciascun paziente, e poi utilizzarle per ottenere qualsiasi tipo di cellula adulta

TRIESTE Ascoltando le relazioni a un congresso a Vienna sulle Frontiere della Biologia Cardiovascolare continuo a pensare di essere fortunato a vivere uno dei momenti più eccitanti nella ricerca. Grazie alle scoperte di Yamanaka, premio Nobel nel 2012, oggi possiamo generare cellule staminali embrionali per ciascun paziente, e poi utilizzarle per ottenere qualsiasi tipo di cellula adulta. E grazie alla tecnologia di manipolazione genetica precisa Crispr/Cas9, il Dna di queste cellule può essere modificato a piacere. Intere sessioni del congresso sono dedicate alla combinazione di queste due tecnologie. In cardiologia e neurologia, in particolare, è complicato o semplicemente impossibile avere campioni del cuore o del cervello dei pazienti.

I costi astronomici della terapia genetica

E' facile, invece, avere un campione della pelle o del sangue, da cui recuperare i fibroblasti o i globuli bianchi; questi vengono poi trasformati, grazie al metodo di Yamanaka, in cellule dell'embrione, del tutto identiche a quelle del paziente subito dopo la fecondazione che l'aveva generato molti decenni prima. Le cellule embrionali staminali ottenute in questo modo si moltiplicano all'infinito in laboratorio e possono essere fatte specializzare per diventare cardiomiociti (le cellule contrattili del cuore), neuroni, o qualsiasi altro tipo di cellula.


Cosa fare di cardiomiociti e neuroni generati in questa maniera? Le applicazioni sono le più varie. Possono diventare "pazienti in provetta", in cui studiare l'effetto individualizzato dei farmaci, per poter poi prescrivere una terapia precisa e personalizzata. O ne può essere modificato in maniera chirurgica il Dna, grazie a Crispr/Cas9, per comprendere quale sia il significato delle variazioni genetiche del paziente. O, ancora, queste cellule possono generare veri e propri organi in laboratorio, da utilizzare per la ricerca ma anche come sorgente di tessuti da impiantare nell'uomo. Wolfram Zimmermann a Goettingen, in Germania, è a un passo da utilizzare una sorta di cerotto fatto di tessuto cardiaco cresciuto in laboratorio per riparare il cuore infartuato nei pazienti. E questa settimana Fred Gage, del Salk Institute a San Diego, riporta su Nature Biotechnology di aver generato degli organoidi contenenti neuroni umani che, iniettati nel cranio dei topi, si integrano con il cervello degli animali. Generare tessuti e organi in laboratorio non è mai stato così facile. Quale poi sia il limite etico di questi studi rimane tutto un altro problema.

 

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