Generali mette nel mirino i francesi della Sycomore
MILANO «Non siamo solo un gruppo di assicurazione, ma anche di asset management». Il numero uno di Generali Philippe Donnet lo ha ripetuto a più riprese negli ultimi mesi, a indicare il cambio di veste che sta compiendo il Leone di Trieste.
Una conferma in questo senso arriva dalla notizia circolata ieri sul mercato secondo cui il gruppo triestino starebbe trattando l’acquisizione della francese Sycomore asset management. Non si tratta di un pesce grosso, dato che gestisce circa 8 miliardi di euro e il prezzo di acquisto non dovrebbe superare i 200 milioni - l’accordo potrebbe essere annunciato il mese prossimo, anche se il Leone come d’abitudine non commenta i rumors - ma la società francese creata nel 2001 in passato ha attratto l’interesse di potenziali acquirenti tra i quali il fondo di private equity Eurazeo.
Evidentemente, dunque, anche altri operatori hanno individuato in questa realtà un potenziale di sviluppo importante. D’altra parte Generali ha individuato da tempo nel risparmio gestito uno dei filoni sui quali vuole puntare maggiormente per la crescita: senza trascurare il tradizionale orientamento alle assicurazioni vita e danni, il rafforzamento della terza gamba è frutto del potenziale che caratterizza il settore a fronte della crescente complessità dei mercati finanziari. Due le linee d’azione: accrescere le proprie competenze e offrire soluzioni di investimento su misura per le aziende europee e prodotti di risparmio per i clienti privati. Per centrare gli obiettivi, si è detta interessata a portare nel gruppo nuove competenze nella divisione, che già oggi gestisce in Europa circa 450 miliardi di euro e ha il primato nel mercato italiano, con un forte sbilanciamento sulla clientela istituzionale rispetto a quella retail.
«Costruiremo un’innovativa piattaforma multi-boutique che integra nuove competenze di investimento altamente specializzate a quelle già esistenti, traendo beneficio da una struttura fortemente centralizzata», erano state le parole di Tim Ryan, group chief investment officer e ceo di asset & wealth management, alla presentazione delle linee d’azione. Chiara la volontà di acquisire realtà di ridotte dimensioni, ma con una forte specializzazione, in grado di portare un valore aggiunto all’interno del gruppo.
In particolare, Sycomore è specializzata nei fondi con attenzione alla sostenibilità e alla responsabilità sociale, un tema che incontra la sensibilità del gruppo triestino. A febbraio Generali ha annunciato il piano d’azione sul cambiamento climatico, che tra le altre cose prevede disinvestimenti dal carbone per 2 miliardi di euro e investimenti green per 3,5 miliardi entro il 2020. Un impegno ribadito in occasione dell’ultima assemblea, caratterizzata peraltro da una manifestazione di protesta a opera di Greenpeace. Donnet ha ricordato che l’obiettivo del nuovo piano sull’asset management è di ottenere un utile netto aggiuntivo di 150 milioni nel 2020.
Un primo bilancio di quanto è stato fin qui fatto e di quello che sarà messo in campo nel prossimo futuro si avrà a novembre, quando Generali presenterà il nuovo piano industriale a livello di gruppo all’interno di Citylife, il progetto di riqualificazione immobiliare che il Leone sta compiendo nella zona Ovest di Milano. —
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