Generali: l’offerta di Intesa attesa entro febbraio

Secondo il Financial Times non ci sarebbe “spezzatino”. Il titolo corre in Borsa. Il Leone va avanti con il piano industriale: giovedì cda
Philippe Donnet in una recente immagine d'archivio. ANSA/MOURAD BALTI TOUATI
Philippe Donnet in una recente immagine d'archivio. ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

TRIESTE. Generali a passo di carica a Piazza Affari sull'ipotesi che sia imminente una mossa di Intesa Sanpaolo sul gruppo triestino. Il titolo ha registrato ieri una nuova fiammata del 2,57% a 14,77 euro. A riaccendere di nuovo la miccia è stata una analisi del Financial Times secondo cui il ceo di Intesa Sanpaolo (+0,47%), Carlo Messina, potrebbe sciogliere le riserve sull’offerta entro fine mese.

La proposta, secondo Ft, prevederebbe il pagamento per conquistare il controllo di Generali sia in azioni, sia in cash. In più, a differenza di quanto emerso nelle ultime settimane da indiscrezioni, secondo il quotidiano della City Intesa non procederebbe a uno spezzatino. Non sarebbero cioè previsto un piano cessioni di asset. Le valutazioni di Intesa sulle possibili “combinazioni industriali” con Generali sarebbero così in dirittura.

Resta il fatto, come il Ceo di Cà de Sass avrebbe chiarito con i grandi investitori istituzionali, che dovrà essere una operazione senza impatto su patrimonio e dividendo della banca. L’obiettivo, sostiene Ft, sarebbe quello di una fusione amichevole cercando un accordo con i grandi soci, inclusa Mediobanca. Gli analisti restano positivi sul titolo del gruppo triestino che mercoledì riunirà il cda per un incontro definito “di ordinaria amministrazione”. Già nell'ultimo board si è fatto un punto sulla quota del 3% di Intesa e resta l'attesa che la compagnia possa valutare aggiustamenti al prestito titoli riducendo il rischio dell'investimento.

Il quotidiano di Oltremanica riferisce che la stessa Generali, come azione difensiva, punterebbe sull'efficienza con una revisione al rialzo del taglio dei costi di circa 200 milioni entro il 2019, ossia una lievitazione dell’obiettivo previsto dal piano industriale dall'attuale 4% al 6-7%. Una mossa che gli analisti di Intermonte apprezzano di più rispetto a strategie di difesa con acquisizioni. Fonti finanziarie rilevano come in realtà il gruppo triestino resti concentrato sugli obiettivi già annunciati nell’ultimo Investor Day a Londra.

Ai mercati piace la possibilità che il gruppo utilizzi le proprie risorse non per mosse difensive squisitamente finanziarie ma per migliorare la propria efficienza, in modo da garantire così la propria indipendenza. Intanto numerose case d'affari continuano a raccomandare giudizi positivi sulle azioni del Leone. Gli analisti di Ubs hanno analizzato l’ipotesi di una integrazione Generali-Intesa che garantirebbe a Cà de Sass una grande presenza internazionale nel business assicurativo.

Ubs però guarda avanti e si interroga sulla complementarità del modello di business in Italia formulando varie ipotesi. Nello specifico gli analisti si chiedono se sarebbe la distribuzione di Generali a essere trasferita presso le filiali di Intesa Sanpaolo o potrebbe essere gli agenti di Generali a vendere i prodotti di Intesa Sanpaolo. Icbpi continua a «ritenere poco probabile uno scenario di offerte ostili e concorrenti su Generali anche per considerazioni di ordine politico».

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